Fast Food

Pro e contro

I PRO ED I CONTRO DEI FAST FOOD
I ritmi sempre più frenetici della società moderna ci impongono sempre più spesso di consumare dei pasti veloci fuori casa, rendendo molto difficile seguire una dieta sana ed equilibrata. Ma sono proprio così terribili i fast foods?

C’era chi, all’inizio del secolo, teorizzava che la progressiva meccanizzazione delle attività umane avrebbe reso l’uomo libero dal lavoro, donandogli un’infinità di tempo libero durante il  quale si sarebbe potuto dedicare ad attività ludiche o creative. Purtroppo questa previsione è ben lungi dall’essersi avverata e, nonostante l’effettiva automazione della maggior parte dei processi industriali, l’uomo è tutt’altro che sommerso di tempo libero. Oggigiorno la nostra vita è caratterizzata da tempi frenetici e da una velocità d’azione sconosciuti fino ad un secolo fa, che spesso sono difficili da sopportare. In questo quadro raccapricciante, ogni attimo della giornata lavorativa è indispensabile, e il tempo dedicato al pasto è visto come una perdita da ridurre il più possibile. La necessità di adeguarsi a questi nuovi ritmi ha fatto nascere dei luoghi preposti a soddisfare in modo rapido i nostri bisogni alimentari: i cosiddetti fast foods. In questi ristoranti si offre la possibilità di consumare dei pasti, anche gustosi, con estrema velocità. I piatti serviti sono semplici, poiché non vi è il tempo di preparare ricette elaborate e men che meno c’è il tempo per sedersi ed aspettare di essere serviti: per questa ragione questa tipologia di servizi è impostata sul self service. Il modello di fast food più diffuso si basa su un modello di alimentazione studiata in Svezia, che prevede il connubio di carboidrati, grassi e proteine in una sola portata: l’hamburger.

HAMURGER MA NON SOLO

In effetti, nel tradizionale panino, troviamo tutti i nutrienti previsti dalla dieta mediterranea: i carboidrati della pasta sono forniti dal pane e le proteine provengono dalla carne (pollo, manzo, maiale) . Il problema sono i grassi, contenuti in abbondanza nelle salse che spesso li accompagnano, sovente ricche anche di sale, che vanno ad aumentare a dismisura l’apporto calorico fornito dal panino. Se a ciò uniamo il basso potere saziante di un singolo sandwich, che ci spinge inevitabilmente  a consumarne almeno un altro, otteniamo un introito calorico decisamente eccessivo, accompagnato da un senso di pesantezza (legato all’abbondanza di grassi) che rende difficile la ripresa dell’attività lavorativa nel pomeriggio.
Fast food non implica però, necessariamente il panino. In Italia, ad esempio, abbiamo una tradizione consolidata di questo tipo di esercizi: le pizzerie. La pizza, infatti, può essere consumata velocemente e si presta ad un’infinità di varianti che riescono ad accontentare proprio tutti i palati e, rispetto all’hamburger, è nutrizionalmente più bilanciata. Ultimamente poi, proprio per venire incontro alle esigenze di leggerezza e praticità del consumatore moderno, stanno sorgendo dei fast food alternativi, che propongono insalate miste di vario genere o delle gustose zuppe.

VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’HAMBURGER
Alcuni ricercatori svedesi, convinti che esistesse una correlazione tra i pasti consumati, peggio se con regolarità, presso i fast food e l’insorgenza del morbo di Crohn e la colite ulcerosa, per via delle grosse quantità di glucidi che si introducono in questi locali, hanno svolto una ricerca che ha coinvolto 152 soggetti affetti dal morbo di Crohn, 145 persone con la rettocolite ulcerosa e 305 soggetti sani.
I risultati hanno evidenziato come coloro che consumavano abitualmente due pasti settimanali al fast food avevano una probabilità 4,4 volte maggiore rispetto agli altri di sviluppare la malattia di Crohn e un rischio 3,9 volte superiore di ammalarsi di colite ulcerosa. In questo studio si prendevano in considerazione principalmente hamburger e hot dog, messi sotto accusa insieme alle patatine fritte (con relative salse) e alle bibite ricche di zucchero.
Naturalmente non tutti sposano questa teoria: secondo alcuni ricercatori americani, infatti, non vi sarebbe nessuna reale correlazione tra un qualsiasi tipo di cibo e l’insorgenza di queste patologie.
Di certo c’è il fatto che la dieta “hamburger/patatine/bibita” è estremamente povera di vitamine, sali minerali e fibra, cosa che, da un lato, appesantisce notevolmente la digestione, affaticando fegato e pancreas, e dall’altra, mancando l’azione di rallentamento della fibra, i principi nutritivi sono assorbiti in maniera estremamente rapida, elevando molto in fretta la glicemia. Anche la scelta di consumare un piatto di pasta a pranzo però, non si rivela vincente, perché, anche se i carboidrati sono complessi e quindi il rilascio nel sangue è più lento, si tratta pur sempre di un pasto sbilanciato, in cui si ha una netta prevalenza della componente glucidica rispetto alle altre. Un piatto bilanciato e completo è invece la pizza, dove è rappresentata anche la fibra, grazie alla presenza del pomodoro. Certo, è meglio scegliere tra quelle meno elaborate e povere in grassi, magari arricchite con pesce o verdure, apportatori di sali minerali, vitamine e fibre.

SLOW FOOD
In questi tempi in cui non c’è un minuto da perdere però, c’è chi si è ribellato, contrapponendo all’esigenza di fare tutto di corsa quella di godersi il ritrovato piacere di un ritmo meno frenetico, che dia più spazio ai piccoli ma insostituibili piaceri della vita, tra cui quello del cibo. Alimentarsi, infatti, non è solo una necessità, ma rappresenta anche un atto d’amore verso se stessi. Ritagliarsi un po’ di tempo per godersi il cibo in tutta tranquillità non è affatto una perdita di tempo: serve a renderci più tranquilli e sereni, così da affrontare al meglio la seconda parte della giornata. Mangiare in modo diverso, con ritmi più lenti e “umani”, magari scambiando due chiacchiere con gli altri commensali è certamente un modo per coccolarci e per poter gustare, nello stesso tempo, i piatti tradizionali e genuini della nostra cucina. Proprio per rispondere a quest’esigenza è nato il concetto di Slow Food, una corrente di pensiero che si pone l’obiettivo di cancellare le abitudini che tendono a appiattire e annullare il piacere del pasto e della buona tavola.
L’idea di recuperare dei ritmi accettabili si sta infatti lentamente facendo strada nei pensieri di molti e, sia per la sempre maggiore attenzione dedicata alla qualità e alla quantità del cibo, sia per maggiore amore verso se stessi, il numero di persone che ricercano dei ritmi di vita dalle dimensioni più umane è in costante aumento. E’ infatti dimostrato come il rendimento sia nettamente superiore quando la persona è serena e rilassata rispetta a quando si è stanchi e stressati, situazione in cui aumenta notevolmente anche la probabilità di commettere errori.

FAST FOOD: SI’ O NO?
In linea di massima, demonizzare i fast food è sbagliato. Non esistono infatti delle controindicazioni reali contro l’alimentazione presso questa categoria di esercizi e ognuno dovrebbe orientarsi seguendo i propri gusti e il tempo a disposizione. Se si sceglie però questo stile di vita,  sarebbe comunque consigliabile cercare di evitare una dieta monotona e quindi variare, per quanto possibile, gli alimenti consumati, seguendo una dieta nutrizionalmente bilanciata e con il giusto apporto calorico. Se facciamo un po’ di attività fisica regolarmente e a cena abbiamo l’accortezza di scegliere degli alimenti che ci aiutino a compensare le carenze del pranzo, il fatto di dover pranzare velocemente non costituirà certamente un problema….. almeno non per il fisico!

 

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