Ceregnano

Ceregnano, il paese della "Felicità"

Girovagare per l’Italia è qualcosa di speciale. Ogni luogo che ho la fortuna di visitare, piccolo o grande che sia, mi meraviglia per le sue caratteristiche e per la grande disponibilità che, sempre, trovo nella gente del posto. Spesso sento parlare di Italia “minore”, ma non capisco il vero senso di questa frase. Cosa vuol dire minore?. Forse s’intende un luogo dove ci sono meno monumenti, oppure si fa riferimento all’importanza nominale che il luogo stesso ha? Roma, per esempio, è sicuramente più importante di Ceregnano ma non per questo Ceregnano può essere definito centro “minore”.
Non a caso il mio riferimento va a Ceregnano, un piccolo paese con un grande cuore, perché è in assoluto il primo comune che ha istituito un assessorato alla felicità. Si, avete capito bene “felicità”. Parola poco usata dai nostri amministratori politici, in genere poco inclini alla felicità dei propri concittadini.
Grazie alla sensibilità e intuizione del Sindaco Ivan Dall’Ara e del suo staff, sempre pronti a farsi in quattro per il benessere dei propri compaesani, oltre ad essersi impegnati a valorizzare gli aspetti turistici del territorio, che non sono pochi, hanno pensato bene di praticare il FIL.

La Felicità Interna Lorda o FIL (in lingua inglese Gross Domestic Happiness – GDH) è un indicatore ideato nel 1972 dall'ex re del Bhutan Jigme Singye Wangchuk, convinto che il PIL, ovvero la misurazione dell'economia, non fosse sufficiente a definire il reale benessere di uno stato.
Il FIL si poggia infatti sulla misurazione di quattro pilastri: la promozione dello sviluppo sostenibile, la conservazione e la promozione dei valori culturali, la conservazione dell'ambiente naturale, l'istituzione di un buon governo. Tutte cose che a Ceregnano si stanno realizzando, tant’è che molte giovani coppie sono affascinate da questo piccolo Comune e chiedono al sindaco di celebrare il loro matrimonio.

Ceregnano: tutto da raccontare, nulla da inventare…
Per arrivare a Ceregnano devi puntare il navigatore e se non sei un nativo digitale devi cercarlo sulla cartina del Polesine, terra compresa tra Po e Adige che la delimitano per buttarsi nel mare, nell’area meridionale del Veneto. Non è un luogo famoso, Ceregnano, è un piccolo comune, ma…
Cammino lungo le sponde del Canalbianco. Mi fanno da corona le fronde dei morari e degli ontani, da tetto il cielo che si riflette sull’acqua e come compagno il silenzio della campagna interrotto dal canto di un usignolo e dal fruscio del vento che scuote l’erba che mi solletica i piedi.
Cammino su sentieri antichi, disegnati dalla natura e che il lavoro sapiente della gente ha saputo conservare quasi intatti mentre l’Amministrazione comunale li ha resi visitabili tracciandone inizio e fine, puntellandoli di cartelli che mi indicano cosa c’era un tempo, come possono essere e come potranno diventare.
Consulto la cartina degli itinerari turistici, fresca di stampa, passo davanti ad antiche corti rurali, mi fermo davanti alle Procurative: il cartello mi ricorda l’origine del toponimo che risale al 1532 al Procuratore di San Marco, Marco Molino e mi passano nella mente immagini di nobili veneziani che cacciano da queste parti…
Proseguo e arrivo davanti a un mucchio di pietre rosse, resti di una casa dove campeggiava la scritta “La Boje”, unica testimonianza del primo movimento di protesta bracciantile in Italia, sorto proprio a Pezzoli di Ceregnano nel 1884. Un cartello mi racconta di come i braccianti furono attaccati dai carabinieri a cavallo e la rivolta di chi moriva di fame e pellagra fu soffocata nel sangue.
Le vecchie scuole di Pezzoli che stavano andando a pezzi sono in ristrutturazione e presto sorgerà un Museo dove si ricostruirà una storia quasi dimenticata, un omaggio doveroso a coloro che, per rivendicare il diritto ad una vita dignitosa pagarono con la vita.
La statistiche rendono conto di come quello fu l’inizio di un esodo che spopolò le campagne che mi circondano e la storia mi racconta di come la mia gente fu costretta ad imbarcarsi per le Americhe in cerca di lavoro e fortuna. Penso che questo esodo continua ancora oggi, ma che ciò che stiamo facendo con un progetto di rivisitazione del nostro territorio dal punto di vista turistico, può ridare fiducia, speranza e un lavoro ai nostri figli, senza che siano costretti ad andarsene lontano.
Scatto delle foto, il sole tinge di rosso un tramonto che non ha nulla da invidiare a cieli più famosi e riscalda la pelle e il cuore. Mi passano accanto delle persone a cavallo, poco più avanti c’è la tappa dell’Ippovia, Corte Mimosa, dove potranno ristorarsi e accarezzare con lo sguardo la vasta distesa dei campi puntellata dalle coltivazioni dell’oro bianco, l’aglio polesano.
Entro nella corte dell’Azienda Sasse-Rami e sul cartello leggo che lì si studiano sistemi di coltivazione a basso impatto ambientale che conciliano qualità e quantità delle produzioni, si sperimentano condizioni di allevamento sostenibili con alti standard qualitativi… Mi ritrovo in mezzo a polli, galli e galline dalle dimensioni enormi, maiali nutriti biologicamente che vivono ognuno in una casetta bianca e una stanza piena di uova di tutte le dimensioni, migliaia delle quali sono in incubatrici che fanno le veci di madre natura conservandole al caldo per la dare vita a nuovi pulcini, anatroccoli, faraone e tacchini.
Quando esco i colori sono cangianti: il giallo della colza si stempera nel verde dei frutteti e nell’arancio del mais, il nero delle maglie dei ciclisti che percorrono la Ciclovia della Felicità si staglia sul beige della terra arata e il biancoceleste dei canoisti nel Canalbianco.
È tutto un insieme di suoni che mi invadono ma non mi infastidiscono mentre il mio camminare si fa lento e dolce perché la campagna ha ritmi antichi di pace.
È un posto dove essere felici, mi chiedo? E mi rispondo sorridendo di sì, perché sono nel paese che ha istituito l’Assessorato alla felicità e il mio andare per campi e strade antiche seguendo gli itinerari segnati sulla cartina che mi hanno dato in Municipio, costruisce non solo un percorso da fare a piedi, a cavallo o in biciletta e canoa, ma anche una strada interiore che mi predispone alla sua ricerca.
Le strade si snodano lungo la campagna e salgono e scendono sugli argini di canali piccoli e grandi, fiancheggio antiche corti rurali che risalgono a quando questa terra era di proprietà dell’Abbazia dei Monaci di Gavello, o all’anno 1000, quando i barbari la invasero e lasciarono i loro nomi: Cartirago, Samoro, Sasse, Rami…
E andando scopro che questo posto è ricco di storia, una storia tutta da raccontare, anche a chi ci abita e che dà per scontato ciò che lo circonda. Così come dà per scontato il pane fatto in casa, le schie con la polenta, i salami nostrani, il mussetto, le trippe, i fasoj in potacìn, gli arrosti del Ciosso e del Magosso, la porchetta fatta sulla brace, le cozze, le vongole, i bisati fritti e il capitone ai ferri o le sperimentazioni culinarie dei sette ristoranti del territorio di Ceregnano che bilanciano la tradizione con la novità, a prezzi più che stracciati.  
Riguardo la cartina: posso nutrirmi di storia, di tranquillità e di cibo ogni pochi chilometri. Posso affrontare il viaggio in questo paesaggio così familiare eppure così nuovo perché un’Amministrazione intelligente me lo ha fatto vedere con occhi diversi e mi ha dato gli strumenti per ritrovarlo.
Non è un luogo famoso, Ceregnano, è un piccolo comune, ma è un luogo che ti fa credere che la felicità sia a portata di mano…
Antonella Bertoli
www.quiceregnano.eu


IL PAESE DELLA FELICITA’? SI TROVA IN PROVINCIA DI ROVIGO

Il comune di Ceregnano con 3.721 abitanti, l’unico in Italia ad avere l’assessorato alla Felicità, inaugura una serie di percorsi naturalistici nelle sue campagne, per offrire una nuova esperienza
turistica del territorio: cercare la felicità nelle piccole cose.
«Siamo l’unico comune in Italia che ha istituito l’assessorato alla Felicità. Una buona intuizione che abbiamo trasformato in qualcosa di concreto». Il Sindaco di Ceregnano (Rovigo), Ivan Dall’Ara, con la sua Giunta e l’assessore alla Felicità Elena Dall’Oco, non nasconde la soddisfazione, a tre anni dalla nascita della delega alla felicità, di aver centrato più di un obiettivo. «Abbiamo fatto conoscere Ceregnano, abbiamo sviluppato un progetto turistico che ha ricevuto il sostegno dell’Unione Europea e abbiamo fatto percepire che la felicità è un valore».

Tre anni fa in pochi avrebbero scommesso che questa filosofia avrebbe portato a dei risultati così concreti; invece oggi Ceregnano inaugura una serie di percorsi naturalistici nelle sue campagne che puntano a creare una nuova nicchia turistica: quella della ricerca della felicità nelle piccole cose che, almeno qui a Ceregnano, vuole essere un diritto naturale di ogni cittadino.
Piccole cose fatte di natura, paesaggio agricolo, colture, aree verdi attrezzate, le Antiche Osterie con i cibi tipicamente ceregnanesi fatti in casa secondo le ricette di un tempo, le piazze e la gente, che insieme hanno dato vita agli “Itinerari della felicità”.

«Dobbiamo essere consapevoli che in questi tempi di crisi, la valorizzazione del territorio e delle sue imprese e la competizione non si gioca più tra singoli soggetti, ma tra sistemi a base territoriale, i soli capaci di generare oggi competitività, innovazione e capacità di risposta dinamica» - commenta Ivan Dall’Ara durante un incontro dedicato al marketing territoriale tenutosi a Ceregnano in occasione della presentazione del progetto  degli Itinerari a tour operator, esperti e stakeholders con gli obiettivi di fare sistema e inquadrare la strategia utile a far crescere il territorio dal punto di vista ricettivo.

Tali obiettivi sono la base funzionale da cui nasce l’idea di valorizzare i percorsi ciclabili, pedonali, fluviali (in canoa) e a cavallo non solo per la loro localizzazione geografica, ma perché presentano aspetti storici, turistici ed ambientali da valorizzare. Realizzare un sistema di percorsi visitabili “senza auto”, ma con altri mezzi sul territorio, significa guardare a una circolazione dolce che rappresenta il primo passo verso una iniziativa concreta di sviluppo sostenibile.

Scopo primario è quello di avvicinare il maggior numero di utenti alla Natura e al Territorio, aumentando la consapevolezza e le conoscenze ecologiche dei cittadini, favorendo nel contempo la conoscenza del paesaggio, spesso “ignorato” e non vissuto; numerosi tratti dei percorsi sono, infatti, dei sentieri già esistenti, strade poderali “storiche”e strade “bianche” percorse da trattori e macchine agricole. Un potenziale sistema che esiste da tempo quindi e che ha solo bisogno di essere valorizzato e promosso.

L’evento rientra nel Progetto “Ceregnano – Momenti di Felicità tra Storia e Natura” a valere sulla Misura 313 – Incentivazione delle Attività turistiche - Azione 4 – Informazione – attivata a Bando dal GAL ADIGE, è stato finanziato con decreto Avepa  n.303 del 13.11.2013

 

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