San Marino

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Lungo le strade della Repubblica più antica d'Europa

Avvicinandosi a San Marino lungo le strade della Romagna e delle Marche, le regioni che circondano il suo piccolo territorio, in lontananza si scorge il massiccio calcareo del Monte Titano, che si staglia maestoso sulla distesa collinare circostante e sulle cui pendici è aggrappato il centro storico della Repubblica di San Marino. Questo lembo di territorio vanta svariati primati: oltre ad essere uno degli Stati più piccoli del mondo e la Repubblica più antica d’Europa, è divenuto anche il Paese che, in proporzione ai suoi abitanti, ospita il più grande numero di visitatori, che ogni anno giungono a milioni per godere delle suggestioni dell’arte, delle bellezze naturalistiche e dell’ospitalità sanmarinese.
La leggenda racconta che San Marino venne fondata nel 301 d.C. per volontà del Santo Fondatore, Marino, appunto, giunto sul Monte Titano dalla Dalmazia.
Piccola perla incastonata fra le verdi acque dell’Adriatico e le sinuose colline dell’entroterra romagnolo e del Montefeltro, la Repubblica di San Marino è organizzata con proprie norme ed istituzioni autonome, che regolano lo svolgimento di una vita democratica e sovrintendono alla sua partecipazione internazionale (dal 1992 anche la bandiera della Repubblica di San Marino sventola insieme alle altre davanti al Palazzo delle Nazioni Unite di New York).
Attraversando questo Paese si percepiscono i 1700 anni della sua storia: dalle mura che la proteggono, dai palazzi dell’ufficialità, dal passo cadenzato dei militi da parata, dalle antiche cerimonie che si rinnovano con lo stesso rituale e la medesima serietà, dai Balestrieri e dagli Sbandieratori, che usano i propri strumenti come nell’antichità.
Attraverso le strette strade di ciottoli, che salgono e scendono assecondando la fisionomia ondulata del Monte Titano e sono zeppe di graziosi negozi, si giunge sull’ariosa piazza principale, naturale balcone sull’Italia, dal quale si gode uno splendido panorama dall’ampio respiro e dove si erge il Palazzo Pubblico. Con la sua torre merlata sovrastata da due campane e con le tre arcate che movimentano la facciata, sotto alle quali spiccano sempre due Guardie del Consiglio dalla sontuosa divisa (questo corpo di guardia venne costituito nel 1714 con il compito di scortare gli eccellentissimi Capitani Reggenti e gli organismi istituzionali), il Palazzo fu inaugurato solennemente il 30 settembre 1894 da Giosuè Carducci, con il celebre discorso della “Libertà Perpetua”. Al centro della piazza, di fronte al Palazzo e quasi “garante” delle sue funzioni, campeggia la Statua della Libertà, dono della Contessa Ottilia Heyroth Wagener nel 1876.

Per addentrarsi maggiormente nella storia sanmarinese bisogna innanzitutto fare una visita alla Basilica del Santo, tempio in stile neoclassico edificato nel XIX secolo sulle fondamenta della Pieve pre-romanica, che custodisce la preziosa Sacra Teca del Santo Fondatore. Quindi è d’obbligo arrampicarsi sino alla prima Torre, la Guaita, che domina incontrastata sullo strapiombo del Monte Titano. Le sue antiche mura circondano uno dei più vetusti fortilizi, dove si possono ammirare alcuni storici pezzi d’artiglieria, la cappella  e le antiche prigioni. Per osservare una ricca documentazione degli arnesi da guerra dei tempi più remoti si deve però raggiungere il Museo delle Armi Antiche, che ha sede nella seconda Torre, la Cesta, attraverso una strada in pietra che si snoda su una cresta rocciosa, dalla quale il panorama è davvero da mozzare il fiato.
Su questo versante del territorio sanmarinese, quello che dà le spalle al mare ed è rivolto verso i rilievi appenninici marchigiani e romagnoli, si è conservato il bosco. Esso ricopre alcuni affioramenti rocciosi di entità inferiore rispetto al maestoso Titano, ma che creano scenografici paesaggi formati da rupi scoscese, costoni rocciosi, gole e forre. Una di tali formazioni di roccia calcarea è il colle di Montecchio, protetto dall’omonimo parco e facilmente raggiungibile dal centro storico di San Marino. Tra il fitto manto di conifere, gli arbusti, i fiori e le piccole radure scorre il “Fosso di Montecchio”, formando piccole cascate ed incuneandosi in una suggestiva gola naturale, la Forra di Canepa.
Sempre sullo stesso versante, non molto distante dal Parco di Montecchio, si trova un’altra perla paesaggistica del territorio di San Marino: il Parco di Montecerreto. Morfologicamente analogo al parco suo vicino, sua peculiarità è la notevole presenza di castagni, eriche e ginestroni, che nella fioritura del mese di giugno creano un ambiente di grandissimo fascino. Da Montecerreto è possibile attardarsi per ammirare stupendi tramonti sullo sfondo dei rilievi appenninici e volgersi a guardare, da un’angolazione diversa e particolare,  il Monte Titano ed il centro storico, godendo di una visione veramente spettacolare.
Spostandosi sull’altro versante, quello che si affaccia sulla riviera adriatica, si coglie invece tutta la bellezza e l’armonia del paesaggio agrario: i vigneti, gli oliveti, i campi coltivati a foraggio o a cereali sono inframmezzati da siepi e boschetti di olmi, da querce e da tante altre specie spontanee, che gradatamente accompagnano il visitatore sino a costeggiare le dorate spiagge del Mar Adriatico.

Gusti e sapori
La gastronomia sanmarinese si identifica pienamente con quella del territorio confinante, in special modo con le tradizioni culinarie romagnole della costa e dell’entroterra.
E Romagna significa innanzitutto “piadina”, una realtà non solo gastronomica, ma anche di storia e costume. Il suo successo, confermato ogni anno anche dai numerosissimi turisti che l’apprezzano, è il frutto della sua semplicità. Si tratta di un disco piatto di pasta, di circa 25 cm. di diametro, preparato solo con acqua, farina, sale e strutto, per poi essere cotto su una lastra di ferro. Nei ristoranti la piadina vi verrà presentata bollente, tagliata a spicchi, cosparsa di un trito d’erbe e accompagnata da prosciutto crudo. Ma la maniera più classica per il suo consumo è farcirla di “squaquerone”, un formaggio molle tipo stracchino, di erbe, di patate, di cipolle e pomodoro, mentre nei settecento chioschi sparsi lungo la costa si mangia in piedi, avvolta in un foglio di carta. Una derivazione della piadina sono i “cassoni”, preparati con la stessa pasta e richiusi come il classico “calzone”, farciti con salumi, verdure e formaggi.
Tra le preparazioni tipiche della Romagna si trovano poi la trippa, dalle svariate ricette, di base preparata utilizzando stomaco di manzo bollito, passata di pomodori, olio extravergine locale ed erbe della zona. Leggendario e caratteristico primo piatto romagnolo, semplice e gustoso, sono gli “strozzapreti”, pasta fatta con farina, acqua e sale grosso, tagliata a listelli, arrotolata fra i palmi della mano e condita soprattutto con ragù. Narra la leggenda che in passato le massaie, qui chiamate “azdore”, usassero preparare questa pasta per il parroco, ed i mariti, nati in questa terra per tradizione anticlericale, augurassero al prete di “strozzarsi” mangiando questa buonissima pastasciutta. Tra gli altri tipi di pasta si trovano gli “stringhetti” e le classiche tagliatelle, mentre fra i secondi piatti regna il pesce. Lungo il litorale si friggono pesci di ogni tipo, mentre le trattorie delle colline propongono gli “omini nudi” alla piastra, pescetti filiformi e gustosissimi, “saraghine” alla brace, “sardoncini” marinati e poi sgombri, seppie e calamari, brodetti e frutti di mare.
Questi gustosi piatti vengono conditi con il delizioso olio extra vergine proveniente dalle colline della Val Conca e della Valmarecchia ed innaffiati con il re dei vini di Romagna, il Sangiovese, che nelle sue diverse tipologie “allegro”, “forte”, “nobile” o “gentile” è immancabile sulle tavole di questa zona.

 

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