Urbino

Urbino: storia rinascimentale

Urbino si offre agli sguardi dei visitatori intatta nella sua realtà storico-urbanistica rinascimentale, nella sua suprema armonia ed in quell’equilibrio che costituiscono il segreto della bellezza di questa città.

Le sue origini affondano assai più indietro nel tempo, quando essa fu luogo d’insediamento di popolazioni celtiche ed umbre ed in seguito municipio romano. Ma furono le geniali iniziative politiche e culturali di Federico II di Montefeltro, principe illuminato del XV secolo, che trasformarono una terra anonima ed ostica in questo piccolo e prezioso gioiello, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1998.

Il principe ideò un’opera architettonica che ben rappresentava la sintesi della nuova concezione umanistica, tentando di realizzare il sogno di uno Stato organizzato con estrema razionalità: non un castello, dunque, ancorato ai vecchi principi militari di difesa-offesa, ma un palazzo aperto alla circolazione di uomini ed idee. Il risultato si offre ancora oggi ai nostri occhi estasiati: la spettacolare snellezza nelle forme esterne e la razionale funzionalità nella sistemazione interna ne fanno una creazione estremamente armoniosa, una città in forma di palazzo.

L’asperità del luogo suggerì all’architetto dalmata Luciano Laurana l’ardita soluzione della facciata occidentale con i “torricini”, che, oltre a conferire un aspetto di fiaba al palazzo, paiono quasi l’inizio di un ponte ideale verso la culla del Rinascimento, la Toscana, in direzione della quale sono rivolti. Queste due eleganti ed agili torri costituiscono poi un vero contraltare alla poderosa Fortezza Albornoz, eretta nel ‘300 con chiari intenti di difesa militare, dai cui bastioni si può godere d’una suggestiva visione panoramica della città, con i suoi incantevoli palazzi, le belle piazze, le numerose chiese e il verdissimo territorio circostante.

L’eccezionalità del Palazzo Ducale va ricercata proprio nel rapporto di profonda compenetrazione che questo straordinario complesso instaura sia con il precedente impianto cittadino, sia con il paesaggio collinare in cui è immerso, come è ben sintetizzato dall’inconfondibile facciata ad ali: il maestoso portale d’ingresso si apre infatti sulla perfetta geometria del Cortile d’Onore, fulcro architettonico dell’edificio. Esempio mirabile d’una perfetta armonia fra spazi e volumi, in virtù dell’illusione prospettica delle colonne e degli agili archi del porticato, esso costituiva anche il centro della vita di corte e ai suoi lati si aprivano i luoghi deputati all’attività pubblica, tra cui la meravigliosa Biblioteca del Duca, che accoglieva i preziosissimi codici miniati di Federico.

Al piano terreno è stato sistemato anche il Museo Archeologico, che custodisce un copioso fondo di epigrafi, urne ed altre interessanti testimonianze, mentre le immense sale del piano nobile sono sede della Galleria Nazionale delle Marche, ospitante un patrimonio artistico di eccezionale rilevanza. In quest’incontrastato dominio della luce, testimonianza d’un epoca in cui Urbino fu centro vivace dell’umanesimo, sono conservati fra l’altro grandi arazzi del ‘600 eseguiti su disegni di Raffaello; sculture di maestri quattrocenteschi, quali Agostino di Duccio e Luca della Robbia; una ricca collezione di maioliche e ceramiche provenienti dalle fiorenti botteghe del ducato dei Montefeltro in un periodo compreso fra il III ed il XVIII secolo; ma soprattutto alcuni capolavori assoluti dell’arte d’ogni tempo, quali la “Flagellazione” e la “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca, il “Miracolo dell’Ostia profanata” di Paolo Uccello, la “Città ideale”, attribuita a Piero della Francesca ed altri mirabili dipinti di Luca Signorelli, Tiziano Raffaello, che qui nacque e coltivò il suo genio, oltre a significative raccolte di dipinti trecenteschi.
Non meno ricche di fascino ed antichi splendori sono le altre stanze del palazzo, ma innumerevoli meraviglie attendono i visitatori anche all’esterno, avvolte in un’atmosfera magica, fra piccole piazze da sogno e preziosissime chiese. Nelle immediate vicinanze del palazzo si trova la Basilica Metropolitana, che accoglie nelle sale interne del Museo Albani il ricchissimo tesoro del Duomo, oltre a codici miniati e a capolavori pittorici di varie epoche, mentre nei suoi sotterranei si apre il suggestivo Oratorio della Grotta.

Sulla sensazionale Piazza del Rinascimento, delimitata dall’inconfondibile facciata ad ali del palazzo ducale, si affaccia poi il medievale Palazzo Bonaventura, che fu dimora del conte Antonio di Montefeltro ed è oggi sede centrale dell’Università, il cui primo nucleo risale al 1506. Le diverse facoltà sono poi ospitate all’interno di favolosi collegi, palazzi ed oratori, in ideale continuità e a testimonianza della funzione culturale che Urbino svolse nei secoli e continua ad avere a livello internazionale. Ne è un esempio considerevole ex-Monastero di Santa Chiara, che porta la chiara impronta di Francesco di Giorgio Martini nella sua pianta circolare, nel chiostro, dal quale si gode un’incantevole vista, nella peculiare rampa elicoidale e negli splendidi saloni che accolgono il pregiato Istituto Superiore per le Industrie Artistiche. Numerosi ancora sono i gioielli del centro storico, fra cui spiccano le molte chiese, come la duecentesca S. Agostino, con l’annesso convento (sede della facoltà di Giurisprudenza) ed il severo chiostro-cortile, la bella S. Domenico, con il raffinato portale quattrocentesco o il grande complesso conventuale di S. Girolamo, all’interno del quale s’avverte un moderno intervento architettonico, che ha saputo creare spazio ad un’altra ampia e luminosa facoltà, lasciando invariati i volumi esterni. Molti sono anche gli oratori, ognuno con una sua storia particolare, con il suo imponente portale e con i suoi tesori nascosti: basti pensare a quello di S. Giovanni, con forse il più bel ciclo di affreschi tardogotici internazionale, opera dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni, rappresentante scene della vita del Battista o a quello di S. Giuseppe con il caratteristico “Presepio” in stucco del ‘500.

Un cenno a parte meritano infine i meravigliosi palazzi di epoche diverse che si susseguono lungo le stradine buie del centro, all’interno dei quali sono raccolte preziose testimonianze di un illustre passato, così come capolavori pittorici, scultorei o architettonici. Spesso essi offrono vedute mozzafiato dell’armonico complesso urbinate e dei paesaggi circostanti, simili agli sfondi dei lavori raffaelleschi. Il celeberrimo pittore nacque proprio qui, nell’odierna Casa Viviani, mirabile esempio anch’essa d’architettura minore del XV secolo e sede dell’Accademia Raffaello, oltre che d’un museo ricco d’opere d’arte, fra cui non poteva mancare un affresco del pittore da giovane, la “Madonna col Bambino”.  

La gastronomia
La cucina in queste zone è un viaggio quotidiano tra i mille sapori genuini dei prodotti che arrivano dall’entroterra e che una volta cucinati, si trasformano primi piatti di pasta fresca fatta a mano e condita con varianti che vanno dal tartufo bianco, ai fagioli; piatti di verdure e gustose ricette di carne.
Sulla tavola non mancano poi i salumi, il pecorino di “ fossa” originario del comune di Talamello e del Montefeltro; la “caciotta di Urbino”, formaggio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta); l’olio d’oliva e le olive marinate del Col di Marca. E come scordare il tartufo bianco di Acqualagna, celebrato con una sagra l’ultimo week end di ottobre ed i primi due di novembre.

 

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