Trentino e Alto Adige

Regione Trentino e Alto Adige

TRENTO: Gemma incastonata nel cuore delle alpi
Al centro di splendidi scenari naturali, tra laghi cristallini e fiere cime dolomitiche, sorge una città ricca di storia, arte e tradizioni tutte da vivere.
E’ Trento, città-ponte tra cultura italiana e mitteleuropea, sede del Concilio Ecumenico, svoltosi tra il 1545 e il 1563, nel quale furono decretati i dogmi fondamentali della religione cattolica.
Principale testimonianza di tale evento è il Duomo, capolavoro del maestro comacino Adamo D’Arogno che all’inizio del tredicesimo secolo, per volere del vescovo Federico Vanga, ne intraprese la costruzione sulle vestigia della preesistente Basilica di S. Vigilio (vescovo, patrono e martire).
Centro del Vescovado e luogo di rappresentanza del potere temporale, la Cattedrale attraversò più fasi di costruzione.
All’occhio incantato del visitatore non potranno sfuggire il grande rosone cesellato aperto nella massiccia facciata romanica, e la “Ruota della Fortuna”, una finestra a “rosa” così chiamata per il tema iconografico ivi rappresentato, a impreziosire il transetto nord.
Del Concilio narrano anche le opere d’arte, i preziosi arredi, i favolosi gioielli custoditi nel Museo Diocesano, recentemente restaurato, ospitato da Palazzo Pretorio(edificio dal profilo merlato che si affaccia su piazza Duomo).
Tra i luoghi di culto da ammirare rammentiamo le duecentesche chiese di S. Rocco e S. Apollinare, la romanica Badia di S. Lorenzo, i resti della Basilica paleocristiana e la chiesa di S. Maria Maggiore.
Dopo aver respirato l’atmosfera sacra che ancora pervade Trento, è bello tuffarsi nella vita cittadina, apprezzando il “giro al Sas”, la tradizionale passeggiata dei trentini, che si snoda attraverso le vie Mancini, S. Pietro, Oriola ed Oss Mazzurana.
Durante il giro s’incontra Palazzo Trentini, sede del Consiglio Provinciale e l’elegante bugnato di Palazzo Tabarelli.
Da non tralasciare durante il percorso sono la via del Suffragio ammantata da portici, anticamente chiamata Contrada Tedesca, ed il seicentesco Palazzo Galasso (costruito dai famosi banchieri Fugger di Augusta).
Dopo aver goduto dello splendore dei palazzi rinascimentali, spesso affrescati e delle meraviglie architettoniche dal sapore antico, che ve ne pare di una breve sosta per gustare un aperitivo o un caffè nel centro storico chiuso al traffico automobilistico, o addirittura in piazza del Duomo, lanciando occhiate compiaciute al suo angolo più suggestivo, la neoclassica statua di Nettuno ?
Ma la visita di questa città piena di stimoli e sorprese deve riprendere a partire dal suo monumento simbolo, il castello del Buonconsiglio.
Costruito a più riprese tra il XIII ed il XIV secolo questo imponente edificio deve il suo fascino indiscusso alle forme architettoniche composite di reminescenza classica e nordica, al nucleo antico della Torre D’Augusto, agli affreschi del ciclo dei mesi in Torre Aquila, come alla seduzione degli elementi del Gotico Internazionale ed alle colonne tortili che ornano una delle bellissime logge.
Trento, anticamente Tridentum, (dalle tre cime il Bondone, la Marzola e il Calisio, che a guisa di tridente dominano l’abitato) offre ai più assetati di cultura preziose testimonianze archeologiche, rivelando i resti dei suoi fasti di città romana, gelosamente custoditi dal sottosuolo cittadino.
Eppure Trento non è solo città di monumenti e castelli, è anche città d’incontri, fiere, mercatini, (da non perdere le bancarelle natalizie che incantano tra luci e musiche e carrozze d’altri tempi, in uno scenario ricamato da campanili e rocce svettanti !) e di sapori da scoprire.
E’ inebriante immergersi nell’aroma di vini pregiati e grappe profumate, come nel gusto di specialità culinarie, tra cui i canederli, i formaggi e la polenta realizzata in mille e una ricetta.
Come non lasciarsi coccolare dalla cordiale ospitalità offertaci da agriturismi ed enoteche, aperte a cultori della degustazione e neofiti curiosi ?
Ma abbandoniamo per un attimo la vita cittadina per esplorare il paradiso naturale che circonda i trentini...
Lasciamoci invitare dal verde dei boschi, dai torrenti zampillanti, dalle superbe vedute che incorniciano il Monte Bondone.
E’ tappa obbligatoria per gli amanti delle bellezze naturali e della quiete come della vita attiva e dell’avventura.
Sia d’estate che nella stagione invernale è possibile praticare gli sport più svariati: sotto il sole escursioni, passeggiate, gite, corsi di roccia e pedalate in mountain bike; sulla neve sci alpino e di fondo, alpinismo e pattinaggio su ghiaccio.
Gli appassionati di bicicletta saranno tra i più soddisfatti, grazie alla presenza di una lunghissima pista ciclabile sulle sponde dell’Adige, a fendere colori e profumi di frutteti e vigneti circostanti.
I più romantici potranno invece sognare ad occhi aperti, ai piedi dell’Orrido di Ponte Alto, una stretta forra alle porte di Trento, nella quale il torrente Fersina si getta dando vita ad una spettacolare cascata.
Il Monte Bondone vi schiuderà i suoi tesori a beneficio di mente e corpo: la vetta più alta nella Conca delle Viote (a m 1550) e il Giardino Botanico Alpino vi faranno dimenticare stress, traffico e vita sedentaria.
Il verde, il cielo terso, i colori ed ogni elemento incontaminato della natura, in montagna, così come l’arte, la storia, le tradizioni in città, si offrono ogni istante al vostro cuore e lo conquistano...

Val di Sole

E’ un’oasi di verde (più di un terzo del territorio è consacrato a parco), in cui rilassarsi e praticare gli sport più coinvolgenti: alpinismo, trekking, rafting, mountain bike, escursioni naturalistiche...ma non solo!
La Val di Sole vanta incantevoli edifici rustici e palazzi, chiese e castelli risalenti a vari periodi. Un paradiso per gli estimatori dell’arte e gli amanti della storia, che spesso si sposa alla leggenda, ed esplode nelle suggestive rappresentazioni di carattere medievale che vi hanno luogo.

Valsugana
Sa regalare il meglio della natura; ci abbracciano splendidi specchi d’acqua, verdissimi prati e boschi, ma anche alcuni dei complessi fortificati meglio conservati, risalenti al periodo asburgico, e adibiti a musei.
Sinonimo di salute e bellezza, le terme di Levico e Vetriolo hanno reso la Valsugana famosa a livello internazionale.
Da non perdere l’occasione di passeggiare lungo i rigogliosi pascoli dell’altopiano di Vezzena, anche per gustare l’antico e ricercato formaggio del luogo.

Rovereto
Fascino medievale e memorie storiche ci chiamano a scoprire un borgo fervente d’attività, protetto da un castello a disegno poligonale, che il tempo trasformò in un’importante città, ricca di bellezze architettoniche. Chiese, conventi, palazzi, così come imponenti opifici, piazze e portici, trasmettono ad un tempo pace e vitalità, ed animano il presente di antiche suggestioni.

Riva del Garda
Emozioni a colori vi sorprenderanno! Cielo terso ed acque d’un azzurro intenso e palpabile fanno da sfondo ad una vegetazione incredibilmente mediterranea, prodiga di olivi, limoni, palme ed allori.
Questo è solo uno degli ingredienti della ricetta della felicità offerta da Riva. Potrete gustare, inoltre, preziosi assaggi di storia, arte, tradizioni, calorosa ospitalità e sport.
Da godersi l’elegante ed austera Rocca di Riva, dalle quattro torri angolari, protese sul canale che specchia il verde dei giardini.

Val Di Non
Vette innevate e passi dolomitici, acque cristalline a lambire prati fioriti ed alberi da frutto; ecco il rigoglio naturale che vi accoglierà in Val di Non. E’ la cornice ideale di un’esperienza che racchiude mille affascinanti segreti: i capolavori dell’arte architettonica e figurativa, l’incanto della storia che si respira per i borghi, i sapori della terra generosa, la fiorente tradizione artigianale, insieme alle magiche rievocazioni in costume di tempi lontani.

Il trentino in tavola
La cucina tipica trentina, ricca di profumi e sapori consente agli amanti della buona tavola di cimentarsi in un piacevole viaggio all’insegna del gusto.
La genuinità delle materie prime si sublima in una danza di sapori a partire dai salumi tipici come la mortadella della Val di Non, dalla curiosa forma a polpetta fortemente affumicata, le ciuighe del Banale ricavate da carni miste alle quali vengono aggiunte le rape, per arrivare allo speck alimento simbolo di questa cultura alimentare, che dovrebbe essere, per dirla con lo scrittore meranese Iosef Wenter “vigoroso come le noci appena giunte a maturazione, il grasso di un bel bianco vivo con leggere sfumatura rosate... dolce, saporito e salato quanto basta”.
Lo spettacolo del palato continua con i primi tra cui canederli, gnocchi e strangolapreti al burro o al ragù, deliziose zuppe e minestre, risotti realizzati con vari ingredienti.
Ad arricchire la tavola si prestano la selvaggina, le carni di manzo e maiale, pollo lepre e coniglio, accompagnate da polenta, patate, funghi o da cetrioli e crauti, e rinvigorite da salse e sughi.
Tipica e deliziosa è la carne salada, una ricetta a base di fettine di manzo in salamoia aromatizzate; non esaltarla con l'olio dorato dal profumo lieve e fruttato della regione sarebbe quasi un delitto.
Da non perdere le pietanze costituite da pesce di lago, ovvero carpione, trota lacustre, cavedano, luccio e pesce persico (per citare solo alcuni dei più pregiati) cotti ai ferri o bolliti, così come fatti in umido o in carpione.
E’ invitante riscoprire la genuina semplicità dei formaggi trentini: come i famigerati Vezzena e Puzzone di Moena, insieme ai profumati Nostrani che ci parlano di freschezza e tradizione.
Continuiamo il viaggio tra i sapori lasciandoci rinfrescare da verdura e frutta di ottima qualità, apprezzando asparagi, zucchine e broccoli oppure sugose susine, dolcissime mele ed incantevoli marroni... prima di farci coccolare dalle proposte dolciarie di questa regione che ha fatto del gusto un'arte.
Perdiamoci dunque nelle squisitezze di torte alla frutta, frittelle di pane e mele, krapfen, oppure assaggiamo i celeberrimi Strudel e Sacher di derivazione austriaca. A Natale sarà inevitabile peccato di gola il tuffarsi negl’incredibili ingredienti degli Zelten a base di pasta di segale lavorata con frutta secca.
I cultori della degustazione saranno ampiamente appagati dai prestigiosi vini Doc sgorganti dai vitigni del Trentino.
Scopriremo gli ottimi bianchi come lo Chardonnay, il Mueller Thurgau il Pinot Bianco e Grigio e i rossi dal caratteristico sapore asciutto come il Cabernet, il Teroldego Rotaliano o l’amarognolo Pinot Nero e il Merlot dal retrogusto erbaceo.
Anche la distillazione della grappa, nei secoli divenuta arte, riserva gradevoli sorprese: accanto alle grappe classiche, ricche ed intense, si potranno gustare quelle delicate o ancora le aromatizzate ai frutti ed erbe, bacche e radici.


Alto Adige: una terra per tutte le stagioni e per tutti ... i gusti
L’Alto Adige è definito da una varietà di paesaggi senza paragone dai tratti decisamente alpini, caratterizzati da alte montagne, numerose e profonde valli, poche pianure, un territorio intermedio di altipiani e colline, e una grande quantità di acque. Infatti numerosi sono i laghi, tra i quali si può citare il lago di Caldaro (Kaltern an der Weinstrasse), il più caldo della regione che consente una balneazione fino all’autunno inoltrato, e il lago di Carezza, specchio incantevole per i magnifici boschi di abeti e per le cime del Latemar che lo circondano; oppure i corsi d’acqua, primo fra tutti l’Adige che attraversa la provincia e che con i suoi affluenti disegna una ramificazione di lunghi solchi vallivi; oppure le sorgenti termali, come la famosa Merano o i Bagni di Salomone, vicino alla val Pusteria (Pustertal), con le sue acque radioattive. In aggiunta a tutto ciò un fitto manto di selve, boschi e foreste ricopre il territorio e ci sono alberi che, per dimensioni o età, sono dei veri e propri monumenti, come i millenari larici di val d’Ultimo (Ultental) a Santa Geltrude (Sankt Gertraud). Ma ciò che spicca in  questo ambiente naturale, sono le Dolomiti, i “giganti pallidi” conosciuti in tutto il mondo. Sorte in seguito agli sconvolgimenti geologici che fecero sollevare violentemente il fondo marino, queste montagne rocciose, di colore bianco grigiastro che diventa rosa o violetto alla luce del tramonto, non sono molto alte ma il loro improvviso slancio verticale le distacca nettamente dai pascoli e dai boschi sottostanti, creando così contrasti cromatici con l’azzurro intenso del cielo o il verde brillante della base.
Gli appassionati della montagna troveranno in Alto Adige un vero e proprio paradiso, da scoprire e da vivere intensamente. E non solo i più  arditi potranno cimentarsi in ascensioni sulla roccia, freeclimbing, scalate sul ghiaccio o parapendio, ma anche i più tranquilli avranno la possibilità di piacevoli escursioni tra i rifugi, i prati, i boschi o di praticare il cicloturismo, oppure pescare o andare a cavallo. Non sono esclusi neppure gli amanti degli sport acquatici visto che i numerosi laghi permettono di fare vela o surf  o nuoto. E d’inverno largo spazio allo sci, di fondo o da discesa, alle slitte e alle escursioni nella neve, di notte e di giorno.
L’Alto Adige, però è anche storia, arte, folclore. Fu abitato fin dall’epoca preistorica dai Reti, popoli dediti alla caccia, che vivevano lungo tutto l’arco alpino, dei quali la testimonianza più affascinante è “Ötzi”, la mummia trovata alcuni anni fa nei ghiacci eterni, dopo un riposo di quasi 5000 anni. Anche gli Etruschi esercitarono la loro influenza sulla cultura di questo territorio e grazie agli scambi commerciali introdussero l’alfabeto. La civiltà Romana, con la sua azione uniformatrice, arrivò relativamente tardi e piuttosto lentamente, soprattutto nelle valli più interne. Ma fu solo a partire dall’Alto Medioevo che cominciò a manifestarsi la vocazione a crogiolo di culture diverse, dove influenze artistiche transalpine si sommarono a quelle lombarde o venete creando originali opere e vere e proprie scuole locali di pittura e di scultura. Infatti, per la sua particolare posizione a cavallo delle Alpi, questa terra è da sempre luogo di passaggio tra il Nord e il Sud d’Europa e di incontro tra popoli diversi. O, purtroppo, anche di scontro. Le realizzazioni più significative sotto questo aspetto sono i castelli, sorti numerosissimi tra l’XI e il XV secolo, inizialmente come fortificazioni difensive e di controllo delle vie di comunicazione tra Italia e Germania, e trasformati successivamente in comode residenze. Oggi molti sono in rovina, altri sono stati completamente restaurati e trasformati in musei,   residenze private, strutture pubbliche. Tra questi possiamo citare Castel Roncolo (Schloß  Runkelstein), a circa 3 km. da Bolzano. Costruito nel Duecento e rifatto alla fine del Trecento, è famoso per il vasto ciclo di affreschi cavallereschi, il maggiore esempio di pittura murale medievale. Oppure Castel Tirolo (Schloß Tirol), nei pressi di Merano, chiamato “cuore del paese” perché fu testimone di avvenimenti fondamentali per la storia della provincia, che, appunto, prende il nome da questo antico feudo.
Particolari furono, infatti, le vicende storiche di questa terra contesa dai principati al di qua e al di là delle Alpi. Intorno all’anno 1000 Bressanone divenne Principato Vescovile, contiguo al ducato di Carinzia ma amministrativamente e politicamente indipendente da questo perché membro autonomo del Sacro Romano Impero. All’interno del feudo ecclesiastico , in questa area mista italo-tedesca, coesistevano altri poteri (feudi minori, città dotate di propri statuti e comunità rurali che godevano di privilegi) con i quali l’autorità principale si mantenne in  difficile equilibrio per secoli, finché i Conti del Tirolo, feudatari del Ducato di Carinzia,  allargarono progressivamente i confini del loro feudo lungo l’Adige e le valli limitrofe, introducendo popolazioni tedesche e sospingendo le popolazioni originarie nelle valli impervie. Il Tirolo passò poi agli Asburgo e rimase loro feudo fino alla I Guerra Mondiale, quando si ebbe la separazione del Sud Tirolo lungo il confine del Brennero. Le turbolente e tragiche vicende degli ultimi 70 anni, caratterizzate da repressioni e scontri nazionalistici tra le diverse etnie, si sono alla fine risolte riconoscendo alla provincia autonomia amministrativa e favorendo tra le diverse culture una convivenza pacifica e reciprocamente rispettosa.
In tutto il territorio dell’Alto Adige ci sono località che meritano un viaggio, un soggiorno, una visita accurata e diversi possono essere gli itinerari, liberi o a tema. Un percorso nel cuore storico dell’Alto Adige vede in BOLZANO (Bozen) il suo centro principale. Città bilingue e  capoluogo della provincia, è circondata da vigneti e frutteti ed è un antico nodo commerciale tra Italia, Austria, Baviera. L’aspetto più evidente è quello di un centro medievale austriaco, ma una visita più attenta permette di cogliere le influenze italiane e le specificità altoatesine. Il Duomo, con il tetto fortemente spiovente e dalle tegole policrome, sorse all’inizio del Trecento in stile romanico-lombardo mentre gli ampliamenti e rimaneggiamenti successivi seguirono lo stile gotico. Il campanile è un capolavoro del gotico fiammeggiante, con la pietra finemente lavorata e dalla leggerezza di un merletto. Gotica è la chiesa dei Domenicani, che conserva tra l’altro suggestivi affreschi di scuola giottesca con il drammatico “Trionfo della Morte e un prezioso Crocifisso ligneo. Nel quartiere residenziale di Gries, un tempo località turistica a sé, c’è la vecchia parrocchiale del XV secolo, che conserva uno dei capolavori della scultura gotica mitteleuropea realizzato da Michael Pacher, il più grande artista dell’Alto Adige. Si tratta del prezioso altare ligneo che unisce alle forme umanistiche della pittura e scultura italiane la complessità d’intaglio dell’arte tedesca.
La piccola località di NATURNO (Naturns), all’imbocco della val Venosta a pochi km da Merano (centro turistico divenuto famoso a metà dell’Ottocento per le sue acque termali, la cura dell’uva, efficace mezzo curativo per le malattie degli organi interni, e per il clima mite), offre ai visitatori un piccolo gioiello, un monumento fondamentale dell’arte della regione: la Chiesa di San Procolo. Essa, costruita nell’VIII secolo con ampliamenti nel Duecento, è in stile romanico ed ha affreschi sia all’interno che all’esterno. I primi risalgono all’VIII-IX secolo e sono esempi rarissimi di pittura altomedievale, di ispirazione longobarda o irlandese, mentre gli altri sono del XV secolo.
Proseguendo lungo la val Venosta verso la zona di confine con la Svizzera, si trova GLORENZA (Glurns), altro gioiello dell’Alto Adige. Già insediamento d’epoca romana, nel corso del Trecento divenne un importantissimo snodo commerciale lungo la via del sale verso la Lombardia. La città è completamente circondata da mura erette nel XVI secolo e tuttora intatte che le conferiscono il suggestivo aspetto di borgo fortificato.
Poco distante da Glorenza c’è una curiosa particolarità che merita senza dubbio una visita. Il LAGO DI RESIA, bacino artificiale costruito nel 1949, ha sommerso l’antico centro di Curon Venosta (Graun in Vinschgau), del quale l’unico elemento che resta visibile è il campanile trecentesco che  svetta in mezzo al lago.
Un altro possibile itinerario per visitare l’Alto Adige è lungo la via fondamentale che collegava Venezia con la Germania, la “via d’Alemagna”, che percorre la Valle Isarco. BRESSANONE (Brixen) iniziò il suo sviluppo poco prima del Mille quando divenne sede vescovile, e pertanto capitale spirituale del Tirolo, e  principato autonomo all’interno del Sacro Romano Impero. I vari rifacimenti degli edifici conferiscono alla città un aspetto essenzialmente barocco e la commistione di stili offre un’insolita quanto movimentata testimonianza. Il Duomo, costruito in epoca romanica, fu rimaneggiato in stile gotico nel XV secolo:  il chiostro è  ricco di affreschi dell’epoca caratterizzati da colori vivaci e da un disegno molto accurato, di gusto nordico. La facciata invece è neoclassica ed è fiancheggiata da due alti campanili, che sono gli elementi più evidenti della città. Il cuore medievale della città, lungo la via dei Portici Maggiori, è caratterizzata da case merlate con le tipiche finestre sporgenti (Erker), la più bella delle quali è la casa Pfaundler-Goreth, risalente alla fine del Cinquecento, con un’armonica fusione di elementi gotici e rinascimentali. Durante il periodo natalizio si tiene nella piazza del Duomo, nodo delle attività sociali e commerciali della città, un pittoresco “Mercatino di Natale”, una delle tipiche espressioni della cultura mitteleuropea apprezzate per la loro originalità e per l’atmosfera festosa e amichevole.
VIPITENO (Sterzing) è una cittadina molto caratteristica, ricco centro commerciale per tutto il Medioevo grazie alla intensa attività mineraria delle valli vicine. Antico insediamento romano ha una struttura urbanistica che si sviluppa longitudinalmente; la Via Città Nuova, uno degli assi principali, è affiancata da ricche e alte case, con facciate colorate e con le tipiche finestre sporgenti che creano un effetto esteticamente molto piacevole. La via termina all’imponente torre di Città con il caratteristico coronamento a gradoni. Nel Museo Multscher sono conservate le parti superstiti di un capolavoro dell’arte gotica, opera di Hans Multscher (1458): si tratta di otto tavole con scene della Vita di Maria e della Passione di Cristo, provenienti dallo smembrato altare maggiore della parrocchia di Vipiteno.
Un itinerario decisamente particolare è quello che conduce alla scoperta di un “piccolo mondo antico”. È il mondo dei Ladini, i moderni eredi degli antichi abitanti delle Alpi centrali ed orientali, che vivono nelle strette valli intorno al massiccio del Sella, nelle Dolomiti occidentali. Questo loro territorio, per ragioni politiche, è diviso attualmente in tre amministrazioni diverse e fanno parte dell’Alto Adige la val Gardena (Gröden), la Val Badia (Gadertal) e Marebbe. Il ladino è una lingua romanza nata dall’incontro tra il latino e la lingua dei Reti, e fu parlata per secoli in vaste aree dell’arco alpino, fin quando i popoli germanici non respinsero i Ladini in poche valli isolate e laterali. L’isolamento durò finché furono costruite, a metà dell’ottocento, le ferrovie e le strade di accesso alle loro valli ma ha permesso di mantenere la lingua, le tradizioni, e i costumi tradizionali, molto caratteristici e pregiati. Ad ORTISEI (St. Ulrich), capoluogo della val Gardena, si trova un interessante museo dedicato alla cultura ladina e alla vita della valle, il quale conserva, inoltre, significative sculture lignee, frutto di quell’arte, l’intaglio del legno, che è una tradizione della vallata conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

L’Alto Adige a tavola.
La cucina altoatesina, come tutte quelle alpine, è una cucina che rispecchia il profondo legame delle popolazioni con l’ambiente montano e con il lavoro dei campi. I piatti tipici sono basati su “cibi poveri” in quanto semplici e prodotti localmente, come orzo, segale, grano saraceno, pesce, pollame, carne, formaggi, funghi, frutta. Il maiale è da sempre la fonte principale di proteine e la sua carne domina la cucina tipica contadina, con salsicce, stinchi, costine, ma soprattutto con il tipico e saporito Speck. Esso è una vera e propria specialità, diversa da valle a valle e da località a località, visto che gli ingredienti usati per la salamoia e l’affumicatura sono tramandati segretamente da padre in figlio: la preparazione di base prevede l’uso del ginepro e di spezie di montagna per dare il sapore, l’affumicatura a freddo e la stagionatura. Molto importanti sono tra i primi piatti le zuppe presentate in molteplici varianti, come la zuppa di vino, la minestra d’orzo, la minestra di crostini di milza, il brodo con sottili fettine di frittata, gli Knödel, o canederli, in brodo. Essi sono, nella preparazione classica, grossi gnocchi fatti con pane raffermo, latte e uova, insaporiti con  Speck o fegato o formaggio, ma la fantasia ha introdotto anche le patate, le rape rosse, la ricotta. I primi piatti asciutti scarseggiano decisamente in questa cucina: infatti oltre ai vari tipi di canederli possiamo gustare solo gli Schultzkrapfen, tortelloni di ricotta e spinaci, e gli Spatzlen, piccoli gnocchi di spinaci conditi con panna o burro fuso. Tra i secondi abbiamo i prodotti della macellazione serviti nel Gröstl, un pasticcio di patate arrosto, cipolla e carne di vitello a pezzetti; o nel gustoso Hausplatte, misto di manzo, salsiccia, maiale affumicato, gnocchi di fegato, patate e crauti. Oppure la cacciagione, come capriolo, camoscio, lepre o fagiano serviti arrosto o in salsa, insieme alla polenta e a frutta agrodolce. O anche il Spiegeleier, una specialità con uova fritte su una base di patate rosolate e Speck facoltativo. Ogni valle poi ha il suo pane caratteristico;  oltre al pane nero, troviamo i segalini o le rosette con i semi di papavero. Ma l’Alto Adige non è solo alte montagne e clima rigido; a sud di Bolzano, nel cosiddetto “Giardino del Sudtirolo”, si producono anche i prelibati e giustamente famosi asparagi di Terlano e lungo le vallate soleggiate e fertili, migliaia di alberi da frutta costituiscono il più esteso frutteto d’Europa. Il frutto per eccellenza risulta essere la mela (l’Alto Adige ne produce ben 15 varietà), ma in val Venosta (Vinschgau)si trovano anche alberi di albicocche particolarmente gustose e nella bassa Valle Isarco (Eisacktal) castagni di qualità pregiata, oltre che kiwi e fragole. A fianco di questi troviamo un altro importante frutto: l’uva. Il clima favorevole e il buon terreno ne consentirono la coltivazione fin dall’epoca romana e durante il medioevo venne ampliata e migliorata dai monaci: il risultato odierno sono vini di altissimo livello. Nonostante la viticoltura sia praticata in buona parte dell’Alto Adige, sono 9 i comuni riconosciuti “produttori ufficiali”, e si trovano lungo la cosiddetta “strada del vino” o nelle sue vicinanze. Le colline intorno a Bolzano producono il profumato e un po’ amaragnolo rosso di “Santa Maddalena”, adatto anche per i primi della cucina italiana e alle carni bianche o ai bolliti, mentre nella pianura intorno alla città c’è il “Lagrein”, nella versione più corposa, “Dunkel”, e nella versione rosé, “Kretzer”. L’Oltradige, soprattutto nella estesa zona circostante il lago di Caldaro, produce l’omonimo “Caldaro”, vino rosso dal sapore morbido. I più noti vini dell’Alto Adige sono però i bianchi, ricchi di profumo e aroma, tra i quali va citato il “Traminer aromatico”, un vino secco che si adatta bene ai primi piatti saporiti o ai dessert semidolci, prodotto anche in altre parti del mondo (Europa, Australia e America). Altri bianchi particolarmente apprezzati  sono il “Sylvaner”, il “Veltliner”, e il “Müller Thurgau”, prodotti nella conca di Bressanone e a sud lungo la Valle Isarco. Particolare è anche il “Sauvignon”, prodotto non a caso nella zona di Terlano essendo la compagnia ideale, se non unica, per gli asparagi. Per concludere la panoramica vinicola è da citare la piccola ma ottima produzione degli amabili “Moscato giallo” e “Moscato rosa”, deliziosi compagni dei tipici dessert altoatesini. La caratteristica essenziale di questi dolci è l’utilizzo a piene mani della frutta; così avremo lo squisito strudel di mele, pasta sfoglia arrotolata ripiena di mele, uvetta, pinoli, e profumata da cannella e buccia di limone; le frittelle di mele o con la marmellata; la torta di castagne; i canederli di prugne; le omelette coi mirtilli o con l’uvetta; oppure lo Zelten, tipico dolce natalizio con fichi, canditi e frutta secca.

 

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