Asti e dintorni

Asti e dintorni

Asti, la città del Palio.

Asti, l’antica Hasta dei Romani che per primi la abitarono, è una tranquilla città capace di incantare, e che con il suo fascino discreto sa anche trasformarsi all’improvviso sotto agli occhi dei visitatori. Abiti variopinti di dame colorate che camminano frusciando, sguardi intrecciati, fantini scattanti e scalpiccio di cavalli in corsa; queste sono le parole con cui Asti sceglie di raccontare un pezzo della sua storia, l’anima sfuggente della propria leggenda. Asti è una città dalla lunga storia, e proprio di essa fa parte una tradizione illustre come quella del palio, che si corre ogni anno, addirittura al 1275, anno in cui i cittadini decisero di correrlo sotto le mura della città nemica di Alba, in segno di dispetto e di spregio, e che si corre oggi anche come rievocazione storica; un evento di folclore che fa rivivere ad ogni edizione, antiche leggende. Come quella del mitico fantino Tognino, il paggio che correva dall’età di tredici anni e che vinse il maggior numero di competizioni, nel lontano settecento, o la leggenda del cavallo ormai vecchio che arrivò secondo dopo aver mangiato la biada “corretta” col vino malvatico, fino a quella che semplicemente si accontenta di raccontare che cos’è il Palio, vale a dire un drappo in velluto dai colori molto vivaci che riporta i simboli della città e l’immagine del suo patrono, vale a dire San Secondo. Nessuna meraviglia allora, se, tra una leggenda e un nitrito, uno scalpiccio e un grido di festa ci si ritrova a vivere un colorato passato.

Ma Asti è stata anche la città di Vittorio Alfieri, importante letterato italiano, che nacque in questa città da una famiglia nobile, che viaggiò in tutta Europa, senza mai dimenticare le proprie radici, definendosi sempre, e con orgoglio, “astesan”, ovvero astigiano.
Anche la città ha conservato di questo cittadino, un amorevole ricordo: Palazzo Alfieri, elegante dimora natale dell’illustre famiglia, è ancora oggi visitabile, e conserva al suo interno un affascinante museo incentrato sul poeta, e un importante centro di studi a lui dedicato.
Le tracce del passato, poi, ad Asti si leggono un po’ dappertutto, soprattutto attraverso lo sguardo.
Per questo è consigliabile inventarsi un itinerario di visita alla città che segua idealmente le epoche storiche, per cogliere il meglio che ognuna di esse ha inciso nella città.
Così seguendo le tracce della lontana epoca medievale, ad oggi, si scoprono edifici quali la Torre Rossa, una torre concepita in epoca romana, che subì nei secoli numerose modifiche, mentre più avanti nel tempo si collocano edifici interessanti sia storicamente che artisticamente come la Sinagoga e la affascinante Cripta di Sant’Anastasio, con i suoi spazi avvolgenti che parlano in un sussurro di epoche mai viste.
Ma Asti riserva altre sorprese che possono destare la curiosità del visitatore più esigente: come il famoso “codice catenato”, libro antico contenente Leggi, assicurato da  una catena appunto, per evitare che venisse rubato, e che si trova oggi conservato oggi al sicuro tra le pareti dell’Archivio Storico Comunale.
La forte impronta religiosa della città attraverso i secoli, è testimoniata ancora una volta da un altro splendido edificio religioso, la collegiata di San Secondo, patrono della città, che racconta con la sua solida presenza la storia dei pellegrini che percorrevano la Via Francigena, o la Cattedrale di Santa Maria, dalle particolari forme slanciate delle fiancate, passando poi per la suggestiva Rotonda di san Pietro, ambiente raccolto dal fascino antico, in cui il tempo sembra immobile.
Anche i musei conservano buona parte del patrimonio storico della città, e in alcuni casi, visitarli porta a conoscenza di reperti e brani di storia altrimenti nascosti. Dalla pinacoteca al Museo civico, quello maggiormente deputato a “raccontare” attraverso i reperti la storia della città, si possono ammirare armi e cimeli curiosi, mentre al museo Lapidario sono conservati capitelli tratti dalla cripta di Sant’Anastasio, tra cui occhieggiano personaggi fantastici e misteriosi usciti dalla fantasia di antichi maestri ed intrappolati, per sempre, nella pietra.

La Provincia

La Langa Artigiana…e le torri vista mare

Anche la provincia di Asti mantiene le promesse fatte dal suo capoluogo. Percorrendo infatti la zona della Comunità montana della Langa Artigiana, e la Valle Bormida si incontrano svettanti torri che raccontano una storia antica come il mare che si vede in lontananza. Proprio così: queste antiche torri di vedetta, molte oggi ridotte a ruderi, altre invece come Cassinasco, Olmo Gentile e Terzo D’Acqui, ancora oggi conservate, furono edificate per scorgere le navi nemiche, soprattutto dei Mori, che venivano per assaltare, dal decimo secolo in poi, un vero occhio sul mare.
La loro funzione fu anche quella di permettere una comunicazione “veloce” in tempi antichi, e su lunga distanza, se è vero come si racconta che un messaggio poteva viaggiare di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, saltando da una torre all’atra dalle Langhe alla Spagna. Tra le torri ancora conservate, non va dimenticata anche la Torre di Vengore in in zona Roccaverano, svettante sopra un mare ondeggiante di spighe di grano nella bella stagione.

Montemagno
Tra mura merlate e finestre come occhi del passato, si innalza il Castello di Montemagno, solido e massiccio nelle sue forme risalenti al XIII secolo. Bello e composto nonostante i rimaneggiamenti attraverso i secoli, resta una testimonianza affascinante del passato, insieme alla Chiesa di San Vittore, oggi purtroppo ridotta a rudere, ma che ancora è in grado di trasmettere emozioni e sensazioni di epoche solo sognate.

Montechiaro
Montechiaro è un piccolo centro dove l’impronta medievale è testimoniata da alcuni edifici dalle forma solide ed aggraziate; parliamo della piccola Chiesa di San Nazario, che risale al XII secolo, con la composta facciata bicroma bianca e rossa, e a fianco il campanile con bifore. Da non dimenticare anche la celebre torre civica, anch’essa di epoca medievale, dal fascino antico dei tempi lontani.

Villanova- Borgo Sorveglia
In passato, qui sorgevano una solida rocca con la sua torre. Oggi purtroppo sono ridotte in cattivo stato, ma i resti della torre ancora parlano delle sue origini.

Cocconato
Tra strade strette e scorci inattesi di questo piccolo borgo rinomato dal punto di vista turistico, si aprono scorci inattesi sul Monferrato. Ma quando lo sguardo si stanca di spaziare su questa ampiezza, si potrà sempre posare sulle forme misurate del borgo, che vanta tra le bellezze architettoniche anche il bel palazzo del Comune.

Albugnano
Famosa sin dai tempi più antichi, il suo monumento più illustre, è legato ad una leggenda che la vede protagonista. Si narra infatti che Carlomagno, durante una battuta di caccia nel lontano 773, tra latrare di cani e scalpiccio di cavalli, abbia improvvisamente avuto una visione, e per onorare il luogo Carlo Magno fece  fondare la oggi famosa Chiesa di S. Maria di Vezzolano, che presenta una splendida facciata, considerata pressoché unica in Piemonte dal punto di vista architettonico, sulla quale si stagliano statue dalle forme allungate e simboli affascinanti. All’interno è citato un interessante capitello che porta raffigurati i momenti più importanti della vita della Madonna, a cui la Chiesa è dedicata.

Asti e provincia…andar per vini… E per buoni cibi…
La cucina astigiana, interessante esponente della cucina tradizionale piemontese, è fatta di sapori corposi come quelli della tipica Bagna Caoda, vale a dire una sorta di sugo composto da latte, aglio, filetti di acciuga e noci, mescolate insieme fino a diventare cremosi, uniti ad olio. La bagna caoda è servita per accompagnare sedani, cardi crudi appena spruzzati di succo di limone, rape e peperoni.
La tipica toma, formaggio locale, ben si presta ad essere gustoso antipasto, magari anche accompagnato dal profumato salame della zona. Ma si presta anche ad un buon connubio con la polenta. Un piatto della tradizione più tipicamente astigiana, che ha come ingrediente principale proprio la polenta, è poi la caratteristica Polentina di mandorle.
La tradizione piemontese snocciola la sua sapiente cultura gastronomica anche in condimenti raffinati dal gusto intenso, che possono accompagnare sia antipasti, come ad esempio le acciughe, che la vasta varietà di carni che decorano col loro colore ed esaltano con il loro sapore. Si tratta del noto “Bagnetto verde”, salsina composta da acciughe, olio e aceto, e dall’immancabile aglio insieme al prezzemolo che le conferisce il tipico colore verde che la caratterizza.
Ma la tradizione che meglio rappresenta la zona dell’Asti, è indubbiamente quella vinicola. Dopo aver deliziato gli occhi con la vista dei vigneti che accarezzano le colline della zona, ora tocca al palato: la varietà è notevole, e la scelta si fa difficile, tra Malvasia, Asti Spumante, e Asti Moscato, che ben accompagnano diverse portate. Il celebre Asti Spumante dall’aroma persistente e fiorito, e dalla spuma frizzante, ha un sapore abbastanza dolce e una gradazione alcolica contenuta, e si presta ad accompagnare portate come dolci, tra cui i caratteristici biscotti, o la tipica “Bunet” astigiano, dolce caramellato al cacao e amaretti, o alla frutta, da sola, o sotto forma di eleganti aspic.
Anche il Moscato D’Asti è un vino dolce, dal sapore che non stanca, molto fruttato, da dessert, e può essere indubbiamente, un buon, dolce pretesto per un brindisi.

 

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