Mantova

Mantova: città dei Gonzaga

La leggenda narra che l’indovina Manto, le cui vicende sono state cantate da Virgilio e da Dante, arrivasse nella valle del Mincio in fuga da Tebe e vi si fermasse, fondando una città.
Ma è con gli Etruschi che Mantova entra nella storia e diventa una vera città. Alla fine del terzo secolo a. C. viene conquistata dai Romani, in seguito dai Longobardi, per poi entrare a far parte dei domini carolingi e diventare infine la capitale dei possedimenti di Matilde di Canossa. Alla sua morte (1115) viene eletto un governo locale che reggerà le sorti della città fino al 1328, quando i Gonzaga l’assoggetteranno e ne resteranno i Signori per quasi quattro secoli. Nel 1707, poi, Mantova viene conquistata dall’Austria, sotto il cui dominio resterà fino a quando, nel 1866, potrà finalmente essere parte del Regno d’Italia.

Un patrimonio artistico e culturale grande e di notevole valore è la naturale conseguenza di una storia così ricca ed, in particolar modo, dell’abile governo dei Gonzaga, la cui capacità di richiamare alla propria corte i più grandi artisti del tempo fu straordinaria. Innumerevoli palazzi, piazze e chiese sono altrettante testimonianze dell’arte medievale, rinascimentale e barocca, così come dei loro principali interpreti: Pisanello, Mantegna, Tiziano, Correggio, Rubens, Giulio Romano, Leon Battista Alberti ed altri ancora.

Il palazzo, come simbolo di potere ed esibizione di fasto, crea splendide occasioni  d’arte: nei quattro secoli del loro dominio, i Gonzaga trasformano Mantova in una città-corte, con una “reggia” preziosissima, e fanno delle piccole corti di provincia dei veri e propri gioiellini. Tutto questo splendore subisce poi nuovi impulsi nel periodo di reggenza di Maria Teresa d’Austria, nel XVIII secolo.
Palazzo Ducale è una sorta di città nella città: si tratta di 500 stanze, tutte meravigliosamente affrescate, per una superficie totale di 34.000 mq. circa, la cui costruzione iniziò nel XIII secolo e  non venne in pratica mai terminata. Si tratta di un raffinato complesso di cortili, palazzi, chiese, giardini pensili, logge, porticati, torri, piazze di epoche diverse, progettati e abbelliti dai più grandi artisti, che ne fanno una delle regge più sfarzose del periodo delle signorie.
Palazzo Te è, invece, una grande villa fuori città, pensata per il tempo libero e gli ozi dei Gonzaga e realizzata da Giulio Romano in dieci anni (1525-1535). Le sale interne sono spettacolari, ricoperte d’affreschi e motivi ornamentali, e suggestivi i padiglioni esterni e le antiche serre, dove si tengono oggi mostre temporanee.
A ricordarci i fasti di una trascorsa nobiltà ci sono poi le magnifiche stanze settecentesche di Palazzo D’Arco, ornate da preziose tele dipinte, affreschi, mobili e oggetti d’arredo disposti ancora nell’ordine originario.
Vero capolavoro rinascimentale è la Basilica di Sant’Andrea, iniziata dall’Alberti nel 1472 e completata alla fine del Seicento, con la facciata e l’unica navata interna esprimenti tutta la grandiosità classica, con monumentali cappelle affrescate e impreziosite da statue e marmi. Non di minore interesse si rivelano il Duomo, la Chiesa di S. Francesco, il Santuario della Madonna delle Grazie, il Tempio di S. Sebastiano ed altri edifici ancora, come il Teatro Scientifico del Bibiena, vero gioiello settecentesco, che completano il quadro artistico-monumentale della città.
A tale proposito va ricordato anche il ricchissimo Museo Diocesano che raccoglie tutti i “tesori” della diocesi mantovana, fra cui oggetti di culto, codici aurei miniati da monaci amanuensi, armature gotiche, ceramiche di Limonges, scrigni d’oro e pietre preziose, provenienti per lo più da chiese sconsacrate e sagrestie.
Mantova è poi circondata dal verde - un tempo inseriti nelle riserve di caccia dei Gonzaga, il Parco delle Bertone e il Bosco della Fontana costituiscono due oasi vere e proprie - e dai laghi, che furono creati artificialmente alla fine del XII secolo. Negli immediati dintorni della città è così possibile passeggiare in una natura incontaminata, fra animali selvatici e fiori e piante rari, godendo di un panorama assai suggestivo, arricchito da palazzi antichi, case diroccate e giardini nascosti. Oppure si può navigare lungo il Mincio, che “avvolge” la città suddividendosi in decine di canali, lungo i quali sopravvivono antiche tradizioni.
Una cornice naturale ugualmente affascinante offre tutta la provincia mantovana, che viene sommariamente divisa in quattro zone: la valle del Mincio, di grande pregio paesaggistico, il Basso Mantovano, la zona collinare dell’Alto Mantovano e quella a sinistra del Mincio, nota soprattutto per le specialità gastronomiche.
Qui le strade sono poco trafficate e immerse nel verde, particolarmente adatte per il cicloturismo, e le distanze tra un centro e l’altro molto ravvicinate. Non mancano, inoltre, bellezze artistiche e storia in nessuno dei numerosi paesi, di piccole e medie dimensioni, che costellano la provincia e attestano un passato illustre comune.
Nella Bassa troviamo così due vere perle, quali Sabbioneta e San Benedetto Po. La prima mantiene inalterato il fascino della “città ideale” di origine rinascimentale, con il Palazzo Ducale, il Teatro dell’Antica, il Palazzo del Giardino, le chiese dell’Assunta, dell’Incoronata e la Sinagoga un’insieme di straordinaria bellezza. La seconda offre la visita all’abbazia, che fondata nel 1007 e più volte trasformata nel corso dei secoli, conserva testimonianze degli edifici romanici, della chiesa quattrocentesca in stile gotico e delle modifiche rinascimentali di Giulio Romano.
 
Nell’Alto Mantovano è situato invece uno dei luoghi più cari al Risorgimento italiano.
Solferino
, con la sua imponente rocca medievale, il castello - residenza dei Gonzaga -, il Memoriale della Croce Rossa Internazionale, l’Ossario e il Museo del Risorgimento, che ricordano l’enorme sacrificio umano, l’eroismo e il valore di quanti contribuirono, nel 1859, all’unità d’Italia. Proseguendo oltre, fra le colline moreniche, si arriva a Castiglione delle Stiviere, grosso centro di origine etrusca, ricco di numerose chiese e di preziose opere d’arte, conservate nel Museo Storico Aloisiano, all’interno del Collegio delle Vergini.
E ancora si potrebbe suggerire la visita di Cavriana o dei  ruderi del Castello di Mozambano, di Viadana, di Suzzara, con la sua notevole Galleria Civica d’Arte Contemporanea, di Asola, centro antichissimo con una splendida cattedrale e di molti altri luoghi ancora, che riserveranno al turista scoperte interessanti.

Gastronomia mantovana
Fra le scoperte più interessanti vanno certo annoverati i piatti tipici della cucina mantovana, sempre gustosi e genuini, in quanto preparati, vini inclusi, con i prodotti della fertile terra locale e seguendo antiche tradizioni.
Due piatti spiccano fra tutti: il risotto alla pilota, un riso vialone nano cotto seguendo le abitudini dei conduttori delle risaie e condito con un battuto di carni suine e i tortelli al ripieno di zucca, con amaretto, mostarda e noce moscata. Ma il riso viene anche preparato con la zucca o con il pesce d’acqua dolce, primo fra tutti il luccio, servito anche da solo, lessato e arricchito di una salsa a base di peperoni verdi, capperi, acciughe e molte altre varianti. Non vanno poi dimenticati gli agnolini, simili ai tortellini, ma molto più saporiti, serviti in brodo e corretti con un bicchiere di lambrusco.
Fra i secondi sono da annoverare la frittata con le rane o con i saltarei, gamberetti d’acqua dolce fritti, gli stracotti d’asino o di cavallo e salami, salamelle, cotechini, coppe e pancette di altissima qualità, così come delicati prosciutti. I salumi locali vengono spesso serviti come antipasto, accompagnati da diversi tipi di focacce, talvolta farcite di cipolle e da un buon vino: basti citare il Lambrusco Mantovano Doc, il Chiaretto Rosso, il Rubino delle Colline Moreniche o il Custoza.
Una  nota di riguardo merita poi la pasticceria: da quella più povera, egregiamente rappresentata dalla sbrisolona, un misto croccante (è impossibile affettarla, poiché si sbriciola) di farine bianche e gialle, zucchero, burro e mandorle, a quella più “aristocratica” d’origine tedesca e austriaca, fra cui vanno segnalate l’Helvetia (una torta a strati, ripieni di mandorle tritate, stracchino e panna, zabaione e cioccolata) e l’Anello di Monaco (una specie di pandoro bucato al centro, farcito con mandorle, liquore e marron glacè). Infine, tipicamente mantovana è la mostarda, ottenuta principalmente da mele e pere, ingrediente fondamentale nel ripieno dei tortelli di zucca e che si sposa benissimo con i lessi.     

 

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