Patrimonio Unesco

Palermo, Cefalù e Monreale

DOSSIER DI CANDIDATURA per l’iscrizione nella WHL del sito seriale “PALERMO ARABO-NORMANNA E LE CATTEDRALI DI CEFALÙ E MONREALE”

Un progetto promosso dalla Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, con i contributi della Fondazione di Sicilia e dei Comuni di Palermo, Cefalù e Monreale; degli arcivescovati delle diocesi di Palermo, Cefalù, Monreale e dell’Eparchia di Piana degli Albanesi.
 
PALERMO, CEFALÙ E MONREALE
Ad un visitatore che volesse apprezzare il fascino di Palermo e del suo patrimonio storico, monumentale e artistico, dal nucleo fenicio-punico al Liberty, la città si dispiegherebbe attraverso strade e antichi greti, fino alle acque della Cala, testimonianza dell’antico porto che in epoca greca diede il nome Panormos all’insediamento. Il suo percorso attraverserebbe la città arabo – normanna, la chiaramontana, la tardo – gotica, la rinascimentale e barocca, fino a raggiungere gli episodi del Liberty passando per la Palermo neoclassica. Colpirebbero il visitatore la poliedricità, la varietà multicolore, la stratificazione materiale e culturale che ancora oggi permea il cuore della città, i muri e le strade, tra le voci multilingue che animano i mercati storici.

Se tra i tanti possibili itinerari, dovessimo sceglierne uno solo, pur consapevoli di mettere da parte significativi livelli di stratificazione, la nostra preferenza favorirebbe certamente lo “strato” arabo- normanno. Viaggiatori e cronisti dell’età araba e normanna, fra X e XII secolo hanno descritto l’organismo urbano, gli edifici sacri (chiese e moschee), i palazzi lussuosi e giardini, dando testimonianza della loro sontuosità, della ricchezza delle essenze botaniche, dell’abbondanza delle fontane d’acqua, della varietà di culture, etnie e religioni. Questa varietà multiforme, che di fatto costituisce la specificità dello strato culturale arabo – normanno, capace di assorbire in sé diversi patrimoni di civiltà, l’arabo, il latino, il greco, l’ebraico, all’insegna dell’apertura e della tolleranza, non poteva non riflettersi nell’urbanistica, nell’edilizia e nelle manifestazioni artistiche in genere.

Dal Palazzo Reale di Palermo, monumento principe per la manifestazione della ricchezza e del potere politico e culturale del regno normanno, al Duomo di Monreale, che al suo interno custodisce la più vasta decorazione a mosaico dell’intera produzione del bacino Mediterraneo; dalla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, simbolo della purezza del genio bizantino ortodosso, adorna di mosaici bizantini tra i più stupefacenti nel panorama della produzione di epoca comnena, al Palazzo della Zisa, che con le sue peculiarità costruttive e le sue forme cristalline rifrange le luci dell’architettura Ifriqena. Nel centro, come ago di bilancia, splende la Cappella Palatina il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano ed eseguito da mani di artista (Guy de Maupassant). In questo sito seriale risulta impensabile trascurare il Duomo di Cefalù, custode di mosaici che studiosi di arte bizantina come Viktor Lazarev classificarono eccellenti fra tutti ed egregiamente conservati.

La committenza normanna favorì forme di appropriazione culturale, divenendo allora ambasciatrice di un linguaggio nuovo, capace di combinare l’elemento bizantino e islamico con quello romanico d’oltralpe. Il risultato è un unicum che i visitatori come Goethe e Guy de Maupassant e i viaggiatori del Grand Tour hanno esaltato e reso noto nei loro resoconti e attraverso i diari di viaggio, sovente arricchiti da pittoresche raffigurazioni che prima dell’esordio della fotografia restituirono un’immagine fascinosa, dal carattere sensibilmente esotico, del capoluogo siciliano.
La produzione di epoca normanna appare come un ibrido che nell’ambito della storiografia artistica italiana sfugge ad ogni tentativo di classificazione. In realtà essa costituisce un endemismo peculiare, una summa originale, una sinfonia di stili innovativa e autentica, che ha stimolato notevolmente la produzione critica.
Tra tutti monumenti arabo-normanni presenti, ai fini della candidatura UNESCO, ne sono stati selezionati nove che preservano in modo pressoché integrale le componenti architettoniche e decorative e che, in virtù delle particolari attenzioni rivolte ad essi da parte delle istituzioni, si presentano in buono stato di conservazione. Tali monumenti inoltre beneficiano di adeguate misure di tutela da parte degli organi preposti. Si tratta infatti delle opere più rappresentative e artisticamente rilevanti nelle quali è possibile riconoscere inequivocabilmente i tratti salienti dell’arte arabo - normanna in tutte le sue componenti e sfaccettature.

L’elenco dei monumenti proposti per la costituzione dell’sito seriale arabo-normanno, comprende:

1.  PALAZZO REALE E CAPPELLA PALATINA
2.  CHIESA DI SAN GIOVANNI DEGLI EREMITI
3.  CHIESA DI SANTA MARIA DELL’AMMIRAGLIO (CHIESA DELLA MARTORANA)
4.  CHIESA DI SAN CATALDO
5.  CATTEDRALE DI PALERMO
6.  PALAZZO DELLA ZISA
7.  PONTE DELL’AMMIRAGLIO
8.  LA CATTEDRALE DI CEFALÙ
9.  LA CATTEDRALE DI MONREALE

Si è scelto di non candidare tutto il centro storico, perché l’Unesco non accetta più interi complessi urbani, ma si punta su un sito seriale tematico arabo-normanno che partendo da Monreale, con il suo celebre Duomo e il chiostro, raggiunga il capoluogo siciliano fino nel cuore del centro storico coinvolgendo in particolar modo i giardini e i monumenti annessi: il Palazzo Reale detto dei Normanni, la Cappella Palatina, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (Chiesa della Martorana), la Chiesa di San Cataldo, la Cattedrale, il Palazzo della Zisa, il Ponte dell’Ammiraglio, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti. Un sito seriale che, infine, si concluda con il Duomo di Cefalù e il chiostro.
I monumenti sopra menzionati costituiscono, in un’ideale catalogazione, di monumenti che per i loro requisiti d’integrità, autenticità e condizioni di conservazione e fruizione, così come definiti necessari dall’UNESCO perché un bene possa essere iscritto alla World Heritage List – il vero e proprio sito seriale candidato a Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Il grande patrimonio storico-architettonico e monumentale di Palermo, si compone di altri monumenti che, pur presentando il carattere di autenticità, al contempo soffrono di problemi in ordine alla loro conservazione e fruizione. Tali monumenti necessitano di interventi di natura gestionale e di azioni di intervento infrastrutturale. Si auspica che in futuro, intervenendo in merito a tali problematicità, il’sito seriale UNESCO arabo-normanno possa ampliarsi ricomprendendo anche tali monumenti:

1. CASTELLO A MARE
2. LA CUBA
3. CASTELLO DI MAREDOLCE E IL PARCO DELLA FAVARA
4. CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MADDALENA
5. CHIESA DELLA MAGIONE

Infine, Palermo presenta numerosi complessi architettonici che hanno caratteristiche e tracce arabo normanne ma che, per il complesso degli elementi in essa presenti, non hanno i requisiti richiesti dall’UNESCO e che quindi non rientrano formalmente nel sito seriale UNESCO, si tratta di tutti quei monumenti che, pur non essendo ammissibili a causa della perdita di elementi di originalità, sono comunque importanti e storicizzati e che andranno comunque valorizzati, nell’ambito dei progetti che riguarderanno il sito seriale UNESCO:

1. LA CUBA SOPRANA (VILLA NAPOLI) E LA PICCOLA CUBA
2. CAPPELLA DI S. MARIA L’INCORONATA
3. SAN GIOVANNI DEI LEBBROSI
4. CHIESA DI SANTO SPIRITO (CHIESA DEI VESPRI)
5. CHIESA DI SANTA CRISTINA LA VETERE
6. USCIBENE
8. QANAT DI PALERMO
7. BAGNI DI CEFALÀ
 
Il sito seriale di Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale è costituito dalla selezione delle più significative realizzazioni, espressione di un sincretismo socioculturale che, durante il periodo di dominazione normanna, tra l’XI e il XII secolo, dette vita ad uno straordinario patrimonio edilizio unico al mondo.  Gli elementi selezionati come “gruppo”, si basano sulle loro ottimo stato di conservazione (e questo è un caso eccezionale in cui gli edifici del periodo non si sono degradati al livello di archeologia) e sulle particolari variazioni dello stile “sincretico” che ciascuno di essi ha assunto. Infatti, benché ogni edificio è parte di un tutto organico, essi singolarmente assumono delle caratteristiche uniche che, in ognuno dei casi, si coniugano in modi nuovi e diversi, ognuno riflettendosi autonomamente sulle tradizioni culturali di questo luogo, da quella islamica alla bizantina, la tradizione romana, e quella latina.
 
Dichiarazione di valore universale eccezionale che ne giustifica la candidatura
“L’insieme degli edifici costituenti l’sito seriale arabo normanno rappresentano un eccezionale valore universale come esempio di convivenza e interazione tra diverse componenti culturali di provenienza storica e geografica eterogenea (sincretismo culturale).
Tale fenomeno ha generato uno stile architettonico originale in cui sono mirabilmente fusi elementi bizantini, islamici e romanici, capace di volta in volta di prodursi in combinazioni uniche, di eccelso valore artistico e straordinariamente unitarie”.

Criteri per i quali si riconosce il “Valore universale eccezionale” del sito seriale proposto

Sulla base dell’analisi comparativa di seguito riportata e dell’intera documentazione prodotta, i monumenti selezionati, riconosciuti quali opere autentiche e integre, rispondono alle caratteristiche previste dai seguenti criteri indicati dall’UNESCO.

Criterio (ii): mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio.
Criterio (iv): costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana;

L’elenco dei monumenti proposti per la costituzione dell’itinerario arabo-normanno, comprende:

1. Il Palazzo dei Normanni/ Cappella Palatina
Palazzo dei Normanni. Antico Castrum islamico eretto su preesistenze di origine punica, dal 1072 diviene residenza dei sovrani normanni. Il complesso monumentale comprende, oltre la Cappella Palatina, la torre Pisana e la Torre della Gioaria. In quest’ultima si trovano la Sala dei Venti e la cosiddetta ‘Sala di Ruggero’, caratterizzata da un raro rivestimento musivo risalente al tempo di Guglielmo I (1154-1166).
La Cappella Palatina di Palermo e il tesoro della Cappella. Fondata da Ruggero II nel 1130, la Cappella Palatina presenta impianto basilicale a tre navate, presbiterio triabsidato e cupolato, di impronta fortemente bizantina. Bizantini sono anche i mosaici che ne decorano le pareti: risalgono ad epoca ruggeriana quelli che ricoprono le superfici murarie della zona presbiteriale; sono invece databili agli anni di Guglielmo I, quelli con storie del Nuovo e del Vecchio Testamento e dei Santi Pietro e Paolo, che si trovano sulle pareti delle tre navate del corpo longitudinale; a Guglielmo II (1166-1189), infine, si attribuiscono quelli della parete occidentale. Appartengono all’edificio voluto da Ruggero II anche i mosaici pavimentali in opus sectile e il soffitto ligneo a muqarnas e dipinto, opera di maestranze islamiche.
La ‘Cappella inferiore’ costituisce presumibilmente l’originario edificio sacro fatto erigere subito dopo la presa di Paleremo (1072) per volere dei conquistatori Roberto il Guiscardo e il conte Ruggero.
Il tesoro della Cappella Palatina contiene numerosi oggetti sacri tra cui spicca in particolare la collezione di cofanetti arabo-siculi in avorio, che include cofanetti a decorazioni incise, cofanetti dipinti, cofanetti scolpiti e un eccezionale esemplare di cofanetto a tarsie, detto “cassetta incrostata”, realizzato presumibilmente da artigiani dell’Egitto fatimide (fine secolo XII).

2. Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
Il complesso monumentale di San Giovanni degli Eremiti comprende la “sala Araba” a pianta rettangolare, un brano di moschea araba del X secolo, e la chiesa con il chiostro facenti parte del monastero fondato da Ruggero II nel 1132. Il chiostro a pianta rettangolare è connotato dalla successione di colonnine binate con capitelli a foglie d’acanto sormontati da archi a sesto acuto.

3. Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio
L’edificio fu fondato dal Grande Ammiraglio del Regno, Giorgio d’Antiochia, negli anni ’40 del XII secolo, e nell’impianto originario si fa interprete della cultura bizantina del suo fondatore. La chiesa  è la Concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. E’ caratterizzato da una pianta a croce iscritta in un quadrato e sormontata al centro da una cupola. L’interno è decorato da mosaici realizzati da maestranze bizantine tra il 1143 e il 1148.

4. Chiesa di San Cataldo
La chiesa fu fatta costruire dall’Ammiraglio Maione da Bari, nel periodo in cui detenne la carica tra il 1154 e il 1161. L’edificio traduce in un linguaggio locale, improntato su soluzioni islamiche, il modello pugliese della chiesa a tre navate con cupole sull’asse centrale e semibotti sulle laterali.

5. Cattedrale di Palermo
La fondazione risale a Gualtiero Offamilio, arcivescovo della città dal 1169 al 1190. L’edificio ha conosciuto nel tempo vari rimaneggiamenti fino all’estesa ristrutturazione tardo-settecentesca eseguita su progetto di Ferdinando Fuga. A questa data risale anche la sistemazione dei sarcofagi imperiali e reali nelle prime due cappelle della navata di destra, dove si conservano le spoglie di Ruggero II e di sua figlia Costanza, dell'imperatore Enrico VI, di Federico II e della moglie Costanza D'Aragona.

6. Palazzo della Zisa e Cappella della Zisa
Il palazzo della Zisa (dall’arabo al-Azīza, ovvero "la splendida") sorgeva fuori le mura dell’antica città di Palermo, all’interno del Genoardo (dall’arabo Jannat al-arḍ ovvero “giardino o paradiso della terra”). L’edificio è iniziato da Guglielmo I nel 1165 e completato dal suo successore Guglielmo II. Il modello per l’architettura è l’edilizia palaziale islamica dell’Africa settentrionale e dell’Egitto. Ad arricchire il palazzo è la Sala della Fontana collocata al piano terra del palazzo, impreziosita da mosaici e volte a muqarnas.
Oltre la peschiera antistante faceva parte del complesso anche una piccola e preziosissima Cappella, ragionevolmente coeva all’edificazione del palazzo.

7. Ponte dell’Ammiraglio
Nei pressi della Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, il Ponte dell’Ammiraglio fu costruito nel 1113 da Giorgio Antiocheno, ammiraglio del conte Ruggero, e lega la sua fama alla battaglia dei Mille di Garibaldi che vi si svolse nel maggio 1860. Ancora oggi nella piazza, denominata piazza Scaffa, rappresenta un simbolo di collegamento tra il centro città e la zona periferica.

8. Duomo di Cefalù e chiostro annesso
Fondato nel 1131 da Ruggero II, era destinato a luogo di sepoltura per sé e i suoi successori. La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da eleganti bifore e monofore.  L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate e sfoggia un transetto particolarmente alto. La decorazione musiva che ricopre le pareti del presbiterio con la grande abside centrale - dove campeggia l’imponente figura del Pantocratore - è opera di maestri bizantini e fu realizzata entro il 1148. Annesso al duomo è l’elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati. Esso si presenta come uno dei più notevoli esempi di scultura romanica in Sicilia.

9. Duomo di Monreale e chiostro annesso
La costruzione del Duomo, dedicato a Santa Maria Nuova, fu voluta da Guglielmo II nel 1172. Nel 1183, l’edificio viene elevato a sede arcivescovile. L’impianto, alla stregua delle grandi cattedrali romaniche cistercensi e cluniacensi, riprende in linea generale il modello del Duomo di Cefalù. All’interno si trova un’imponente decorazione musiva, eseguita da maestranze bizantine con storie vetero e neotestamentarie e il Cristo Pantocratore nel catino absidale mediano. Sul fianco destro del presbiterio si trovano il sarcofago in porfido di Guglielmo I e quello marmoreo di Guglielmo II.
Il Duomo è affiancato dal chiostro dell’antico convento benedettino, dove per volere di Guglielmo II risedettero i monaci provenienti da Cava dei Tirreni. E’ caratterizzato da un portico ad archi ogivali a doppia ghiera, sostenuti da colonne binate, alternativamente decorate a mosaico. I capitelli invece sono istoriati con scene bibliche.
 
Contenuti del Piano di Gestione

La prima fase di lavoro del Piano di Gestione UNESCO del sito seriale “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, è di analisi conoscitiva del patrimonio: partendo dall’acquisizione della documentazione esistente circa gli elementi di interesse culturale, storico-architettonico e naturalistico-ambientale presenti nell’area. Parallelamente, in questa prima fase, si è prevista l’individuazione degli aspetti che caratterizzano l’identità territoriale e socio economica; si tratta quindi di un momento di valutazione delle risorse territoriali teso a definire l’importanza e il posizionamento dei vari elementi sul mercato di riferimento.
Fondamentale è la parte dedicata alla definizione degli obiettivi e delle strategie operative per un piano d’interventi e di azioni che ponga in essere le direttrici strategiche e gli obiettivi di lungo periodo al fine di assicurare l’integrità del sito, la tutela e valorizzazione del suo patrimonio culturale ma anche, più in generale, paesaggistico, nell’ambito di una strategia generale basata sulla sostenibilità e lo sviluppo durevole.
Tra questi, si possono citare a titolo di esempio: la tutela e conservazione del patrimonio per le future generazioni, la definizione di linee di sviluppo compatibile con la conservazione, la promozione di un turismo consapevole e che induca benefici alla popolazione residente.
Si sono quindi individuati delle strategie e degli obiettivi tematici che costituiscono l’articolazione dei piani di settore.

Il piano di azione perla conoscenza, protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio, sviluppa le tematiche connesse con l’incremento della conoscenza degli strumenti per la tutela e la pianificazione e la proposta dei necessari correttivi
- Piano della conoscenza
- Piano della protezione
- Piano della conservazione
- Piano della valorizzazione del patrimonio ambientale
- Piano della valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale

Il piano di azione per la ricerca e la valorizzazione sociale, culturale ed economica, individua le modalità per un processo di crescita di consapevolezza da parte delle popolazioni locali sulla loro identità, espressa dal sistema patrimoniale del territorio; individua inoltre le modalità per la comunicazione all’esterno ditali valori, attraverso:
- Piano di azione per la ricerca sociale
- Piano di azione per la valorizzazione sociale
- Piano di azione per la ricerca culturale
- Piano di azione per la valorizzazione culturale del patrimonio materiale e immateriale
- Piano di azione per la ricerca economica
- Piano di azione per la valorizzazione economica
- Piano della comunicazione e del marketing territoriale
 
Attuazione e Valutazione: la struttura organizzativa
Per assicurare l’effettiva attuazione e la piena implementazione delle linee e delle disposizioni previste dal Piano di Gestione UNESCO per il sito seriale “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale” si è deciso di individuare gli strumenti operativi e gestionali in grado di promuovere, seguire e valutare tutte le azioni previste, utilizzando una struttura di gestione appositamente costituita, denominata Comitato di Pilotaggio presieduto da un sindaco a turno.
Tale struttura si avvarrà per la parte esecutiva delle attività della Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia - promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e dalla Commissione Nazionale Italiana UNESCO - che ha, tra i suoi compiti istituzionali, la gestione dei siti siciliani dichiarati Patrimonio dell’Umanità, anche dal punto di vista della realizzazione delle azioni di tutela/valorizzazione progettate e intraprese tra quelle previste nei Piani di Gestione, nonché del loro monitoraggio.
Il Piano di Gestione elaborato intende, fornire uno strumento che faccia uso del grande appeal dei monumenti e della loro rilevanza mondiale per promuovere lo sviluppo sociale ed economico sostenibile attraverso la valorizzazione di tutto il patrimonio materiale e immateriale che è diffuso sull’intera area, coinvolgendo i numerosi enti pubblici e privati che hanno competenze e interessi nell’area, per perfezionare, ampliare e realizzare le politiche di conservazione e tutela relative al patrimonio paesaggistico e a tutti gli altri beni culturali, materiali e immateriali, presenti nell’area.

"Questo riconoscimento è un motivo d'orgoglio ed è una grande gioia per Palermo e i palermitani, ma anche per tutti i siciliani. L'inserimento dell'itinerario arabo normanno, nell'elenco dei siti Unesco che sono considerati patrimonio mondiale dell'umanità, con ben sette monumenti su nove a Palermo, è la conferma internazionale della bellezza e grandezza culturale, artistica e storica di questa città, patrimonio di tutti e di ciascuno e sarà certamente volano di sviluppo turistico e nuova economia per Palermo e per tutta la Sicilia".
È quanto afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presidente del Comitato di pilotaggio del sito "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale" e capo della delegazione italiana presente a Bonn, appena appresa la notizia dell'inserimento del sito nella World Heritage List dell'Unesco.
"Esprimo la mia soddisfazione, a nome dell'intera Amministrazione comunale, che ha lavorato alacremente e per diversi mesi per raggiungere questo prezioso risultato - ha aggiunto il primo cittadino -. Continueremo ad impegnarci per proteggere e custodire questo patrimonio, affinché possa essere tramandato intatto alle generazioni future. Questo riconoscimento, se è possibile, è ancora più significativo e importante, proprio in un momento in cui il fondamentalismo islamico compie stragi e vorrebbe portarci ad uno scontro di civiltà, perché ci ricorda che culture e religioni diverse, come quella araba, normanna e bizantina, possono convivere insieme, influenzandosi e contaminandosi reciprocamente, così come accadeva nel passato, e così come accade oggi a Palermo, città della pace e del dialogo fra i popoli e dove lo scorso marzo abbiamo firmato la Carta di Palermo, al termine del convegno internazionale 'Io sono persona, dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto'. Le istituzioni comunitarie riflettano sul profondo messaggio che scaturisce da questa scelta dell'Unesco".
"È un riconoscimento alla storia e all'arte dell'isola, che può rappresentare una grande opportunità per le eccellenze produttive del territorio - afferma Aurelio Angelini, direttore dell'Unesco Sicilia - ma è anche il riconoscimento a un modello antesignano di convivenza tra popoli e religioni diverse. La Sicilia è sempre stata una terra che ha aperto le braccia allo straniero, al contrario di quei paesi che, oggi, si scontrano sulle quote di accoglienza e preferiscono ergere muri e steccati a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dai disastri ambientali".

L'itinerario arabo-normanno, che ha avuto il riconoscimento Unesco, è costituito da nove monumenti, di cui sette solo a Palermo, come il Palazzo Reale con la cappella Palatina, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti e quella di Santa Maria dell'Ammiraglio (nota come chiesa della Martorana), la chiesa di San Cataldo, la cattedrale di Palermo, il palazzo della Zisa, ponte dell'Ammiraglio. Gli ultimi due sono le cattedrali, con i rispettivi chiostri, di Cefalù e Monreale.
Fanno parte del Comitato di pilotaggio, che martedì si riunirà a Palermo per affrontare le tematiche legate al piano di gestione dei siti, i Comuni di Palermo, Monreale e Cefalù, l'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, la Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, la Fondazione Sicilia, la Fondazione Federico II, l'Assemblea regionale siciliana, il Ministero dei Beni e delle attività culturali del turismo, il Ministero dell'Interno fondo edifici di culto - prefettura di Palermo, le Arcidiocesi di Palermo, Monreale e Cefalù, l'Eparchia di Piana degli Albanesi.

 

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