Veglie

La fondazione di Veglie si fa risalire intorno al X secolo. Tuttavia i diversi reperti archeologici, come la tomba del IV-III secolo a.C. il cui corredo funerario è esposto presso il Museo archeologico provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, testimoniano la frequentazione del territorio già in epoca messapica. È probabile che nel X secolo ci sia stata una rifondazione ad opera dell'imperatore bizantino Niceforo II Foca, dopo le distruzioni saracene e che Veglie sia stata ripopolata da una piccola colonia di greci, la cui presenza è documentata fino al XIV secolo.

Nel 1190, Tancredi d'Altavilla appena eletto re di Sicilia e di Puglia assegnò il feudo di Veglie a Copertino sotto Spinello delli Falconi. Ai Normanni subentrarono gli Svevi all'inizio del XIII secolo.
Nel 1265 il regno passò agli Angioini e nel 1266 Carlo d'Angiò fondò la contea di Copertino, comprendente anche le terre di Veglie, Leverano e Galatone, che donò nel 1268 a Gualtieri di Brienne. La contea rimase ai Brienne fino alla morte di Gualtieri VI e nel 1356 passò ai d'Enghien, loro eredi. Con il matrimonio fra Maria d'Enghien, contessa di Lecce e di Copertino, e Raimondello del Balzo Orsini, la contea fu inserita nel principato di Taranto. Nel 1419, giunse per via matrimoniale al cavaliere francese Tristano di Chiaromonte, che aveva sposato Caterina del Balzo Orsini. A lui si deve un primo tentativo di fortificare con mura la "Terra Veliarum".

Nel 1460, con la morte di Tristano di Chiaromonte, la contea passò alle dipendenze del re di Napoli Ferdinando I il quale, riconoscente per l'aiuto avuto nella lotta contro gli Angioini, la donò a Bernardo Castriota. Nel 1468 fu infeudata a Pirro del Balzo, al quale, dopo aver preso parte alla congiura dei baroni, furono confiscate tutte le sue proprietà. Veglie, con bolla di Federico d'Aragona del 1487 passò alle dipendenze dirette della corona.

Nel 1498 la contea di Copertino, e quindi anche Veglie, fu concessa ai Castriota Granai e con Alfonso fu ristrutturata la cinta muraria e ricostruita la porta principale, che fu chiamata per questo Porta Nuova. L'opera di fortificazione fu eseguita dall'architetto militare Evangelista Menga. Nel 1549 ritornò alle dipendenze della corona, allora governata da Carlo V, e nel 1557 fu acquistata dagli Squarciafico, una famiglia di commercianti genovesi. Nei secoli successivi, per diritto ereditario, Veglie e tutta la contea di Copertino, passò ai Pinelli, ai Pignatelli e ai Granito di Belmonte che furono padroni e signori fino all'eversione della feudalità nel 1806[5].


Monumenti e luoghi d'interesse

Chiesa madre di San Giovanni Battista e Santa Irene
La fondazione della chiesa madre, dedicata a san Giovanni Battista e santa Irene, risale all'XI secolo. Fu ricostruita nel 1565 e portata a compimento nel XVIII secolo.
La facciata è arricchita da un rosone e dal portale rinascimentale attribuibile alla scuola di Gabriele Riccardi. Il portale è sormontato da una lunetta in cui è contenuto un pregevole gruppo scultoreo raffigurante la Madonna col Bambino, tra i santi Pietro e Paolo, che porge un libro.
L'interno, a croce latina e a navata unica, fu rimaneggiato in epoca barocca e compromesso dai lavori eseguiti nel XX secolo. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato con altari. Particolare importanza riveste l'altare barocco del Santissimo Sacramento, nel braccio sinistro del transetto. Fu collocato in questa chiesa nella seconda metà del XIX secolo, proveniente da un'altra chiesa salentina. Escludendo il coronamento, tutto il rimanente corpo scultoreo dell'altare è attribuito a Giuseppe Zimbalo o alla sua scuola. Troneggia un Crocefisso ligneo del XV secolo, con l'Addolorata e san Giovanni Evangelista in pietra policroma.
Tra le numerose opere, degni di nota sono i cinquecenteschi affreschi di sant'Antonio Abate e sant'Antonio da Padova, e le tele dell'Immacolata di Didaco Bianco del 1762, la Natività di Maria e l'Annunciazione di Oronzo Tiso.


Il Convento e la cripta di S. M. della Favana a Veglie

Flavio Vetrano Arch.

Il Convento Francescano di S. M. della Favana
Il convento Francescano è stato istituito nel 1579, realizzato su un complesso preesistente in cui era venerata un’immagine di Madonna con bambino con il titolo di Madonna di Veglie da cui il complesso ha preso il nome. Solo in seguito lo ritroviamo sotto il nome della Favana. 

Il vecchio complesso era costituito da una cappella sub divo, una Cripta ipogea, e “un giardinello, con casa, cortile e casamenti, … che servivano per alloggiarvi li devoti”.

L’immagine della Vergine è stata da sempre venerata per i miracoli attribuitole, in quanto, la tradizione vuole che essa elargisse grazie ai malati di favismo, per questo l’appellativo di Favana. 
In realtà il nome Favana potrebbe derivare dal donatore dell’antico sito, con i rispettivi beni, per costruirvi il convento, che si chiamava Don Salvatore Favale.

Il fondatore del convento fu F. M. Francesco Manisci di Oria, ampliato da P. M. Thomà di Cipro. 
L’intero complesso è formato da una bellissima chiesa, un chiostro, delle celle, una sala adibita a biblioteca un refettorio, una cucina e magazzini.

Da alcune donazioni si apprende che il convento era attivo già nel 1608. Vari sono stati gli interventi conseguiti nel tempo, dagli ampliamenti, agli arredi, alle decorazioni. Tra i più importanti troviamo la realizzazione dei nuovi altari tra il 1636-40, il portale principale della chiesa nel 1651, le bellissime pitture del 1680 circa e gli stucchi del 1700. 

All’interno della chiesa spiccano due affreschi antecedenti alla sua realizzazione, un Cristo Morto del 1430, coperta parzialmente da un ciborio, e tracce della raffigurazione di S. Maria di Veglie del 1330 circa. Quest’ultimo incorniciato da un pregevole altare barocco in pietra leccese realizzato nel 1636 e firmato da Giovanni Donato Chiarello da Copertino.
Dell’affresco di S. M. di Veglie, oggi, rimangono alcuni frammenti, tra cui una mano di un altro affresco sottostante, di madonna con bambino, realizzato precedentemente e altri cenni di colore.

Molto interessante è il ciclo pittorico realizzato intorno al 1680, che riveste tutte le pareti e la volta della Chiesa, raffigurante scena della vita di S. Francesco, Santi e Santi Papi Francescani e del Cristo.
Anche nel refettorio sono presenti due magnifici affreschi, riccamente decorati, raffiguranti l’Ultima Cena e il capitolo delle stuoie, incontro tra S Francesco e S. Domenico. 
All’ingresso di alcune cellette, sono raffigurati santi martiri francescani in tutta la loro drammaticità. 

La chiesa, di gusto Manierista, è a pianta longitudinale ad aula unica, voltata a botte unghiata, con un bellissimo altare e coro retrostante, rispondente alle regole francescane.
 Le pareti laterali sono scandite da una concatenazione dell’ordine a lesene, al cui interno si trovano quattro cappelle per lato, archi lobate a tutto sesto, e altari al loro interno. 

Il convento fu soppresso nel 1810, riaperto nel 1837 e chiuso definitivamente nel 1866. Oggi, di proprietà del comune, si svolgono molteplici eventi culturali ed è possibile visitalo. 


La cripta della Favana
La cripta della Favana è una cappella ipogea, ad aula unica con piccola abside a base trapezoidale, scavata interamente nel banco tufaceo e al suo interno, si accede attraverso una scalinata scavata all’interno di un Dromos. 

La cripta, di origine greco-bizantina del sec. X-XI, ha subito nel tempo importanti trasformazioni perdendo in parte la sua identità originaria. Tra gli elementi peculiari, non si riscontra l’iconostasi che divide il Bema dal Naos. Sulla parete absidata sono presenti la pròthesis e il diakonicòn, nella forma di un lungo gradino a sinistra e una piccola nicchia a destra, e tracce di altare accolto dall’abside, staccato sui lati superiori. 

L’impianto architettonico era funzionale al culto greco, per una piccola comunità rurale, e luogo di pellegrinaggio. 

Il suo interno è riccamente decorato, compresa la volta, da bellissimi affreschi risalenti al 1430.
Essi fanno parte di un ciclo pittorico unitario, realizzato da un’unica bottega, in cui si rilevano due mani pittoriche principali denominati primo e secondo maestro. Le pitture, se pur presentano santi di tradizione greca con iscrizioni in greco e santi latini con iscrizioni latine, sono latine, con alcune iconografie di santi molto cari ai francescani tra cui S. Francesco che riceve le stigmate.

Questo rileva il momento di passaggio culturale - religioso del sito, dal culto greco a quello latino, grazie alla devozione per S. Francesco da parte dei signori dell’epoca e della comunità Vegliese. 
Soprattutto, segna il momento d’integrazione e coesistenza, a Veglie, di due sensibilità culturali religiose, mantenute nel tempo.  

Devozione francescana, che si consolida sempre di più nel tempo, che porterà 150 anni dopo a realizzare, di fianco alla cripta, il convento dei minori francescani sotto il titolo di S. Maria di Veglie, oggi conosciuto della Favana. 
Il convento fu edificato nel 1579 su una preesistenza del XIV sec. e ne fu promotore Padre Maestro Francesco di Oyra (Oria).
La chiesa, con annesso chiostro, è stata rimaneggiata nella parte posteriore tra il XVI ed il XVII sec., grazie a Padre Maestro Tommaso de Cipro, che ne aveva promosso l'ampliamento. Il portale risale al 1651.


Chiesa B.V. Maria del Rosario
Edificata nei primi del 1600, presenta, incastrato nell'architrave della finestra sopra il portale, un frammento scultoreo di possibile età barbarica.
Internamente troviamo un quadro centrale, raffigurante la Beata Vergine del Rosario della scuola di Filippo Lippi (1600) ed altre due tele laterali di successiva fattura (1700).

Chiesa Madonna dell'Iconella
Situata sulla strada per Leverano è stata costruita nel 1686.
Presenta una pianta ottagonale le cui forme architettoniche lineari sono ingentilite da due pregevoli portali. All' interno vi è un altare con l'immagine in affresco della Beata Vergine di Costantinopoli.Fino a pochi anni or sono sull'architrave della porta d'ingresso vi era incisa la scritta : "Non tibi sit grave dicere Mater ave", oggi non più leggibile poiché deteriorata dai vari agenti atmosferici.

Chiesa S. Maria delle Grazie
Costruita intorno al 1602 sulle rovine di una antica chiesa dedicata al Crocifisso.
L'attuale struttura archittetonica ed il mosaico pavimentale sono della fine del secolo scorso. Alla sommità della facciata è situata una statua settecentesca in pietra leccese raffigurante il Battista.

Chiesa Santa Maria della Pietà

E' una piccola chiesa edificata negli ultimi anni del XIV sec. ad opera di fedeli di rito greco-bizantino.
Sono presenti nel suo interno degli affreschi di notevole bellezza, tra cui quello raffigurante la "Mater Dolorosa" che reca sulle sue ginocchia Gesù deposto dalla croce e la tela raffigurante la "Schiovazione del Signore" copia dell'opera del pittore copertinese Gianserico Strafella.

Porta Nuova

Porta Nuova o di Tramontana fu ristrutturata nella seconda metà del XVIII secolo dai feudatari Pinelli-Pignatelli, il cui stemma partito è incastonato sulla sommità dell'arco. La porta fu edificata originariamente da Tristano di Chiaromonte nel 1430, insieme al primo sistema difensivo di Veglie, e fu ricostruita nel 1540 da Evangelista Menga per volere di Alfonso Castriota. Nel 1904, in occasione del 50º anniversario del dogma dell'Immacolata fu collocata in cima una statua in pietra della Vergine risalente al XVII secolo. Sul lato destro della Porta rimane ancora un breve tratto delle antiche mura sul quale insiste una abitazione più recente presumibilmente edificata al posto della torre di guardia.

Palazzo Cacciatore

Il palazzo prende il nome dalla omonima famiglia che lo occupa sin dal 1702 e che ancora oggi in gran parte lo detiene.
E' ubicato all'esterno dell'antico tracciato delle mura che un tempo racchiudevano la terra di Veglie ed è compreso tra gli antichi borghi di San Rocco e di San Salvatore, nella zona nata dall'espansione edilizia realizzata verso la fine del XVI secolo.
Occupa quasi un intero isolato e, nella sua posizione , rappresenta un punto nodale per il centro del paese: si affaccia oltre che sulla piazza principale (piazza Umberto I°) e su via Roma (già via S. Rocco) prolungamento di uno degli assi principali del centro storico, anche sull'odierna via Spani.


Dove mangiare

RISTORANTE CONTE CAVOUR - Specialità Marinare - Enoteca
Via IV Novembre - VEGLIE (LE) tel. 0832 967188 
Domenico il titolare 334 1426341 
Ambiente molto accogliente ed un grande camino avvolgente crea la giusta atmosfera. Ottima cucina.

Alle nostre domande cosi ci risponde Domenico.
Forse il piacere del gusto è racchiuso nell’emozione che attraversa la nostra storia, che ci giunge da una comunione di esperienze, personali e culturali.
La nostra cucina parte dalla tradizione, la supera senza mai dimenticarla. I nostri sono piatti che la rispecchiano: succulenti, dai sapori netti e precisi, giocati su contrasti di aromi, consistenze e temperature. Il sapore è un percorso poliedrico che si alimenta di tutti i nostri sensi, un’esperienza completa, un viaggi attraverso un equilibrio tra creatività, sostanza e immagine.
Il risultato deve essere una vera e propria gioia per tutti i sensi, dove il gusto è fondamentale e solo in un secondo momento arriva l’aspetto estetico, che pur è sempre curato. Le stagioni, con i relativi colori, profumi, sapori, le loro forme e consistenze, sono protagoniste della cucina del Conte Cavour, una cucina immediata, dai gusti decisi, che sa di Salento e non ha mai assecondato mode fini a se stesse o sterili esercizi di stile. 


RISTORANTE AL PAISIELLO - Cucina Tipica Tradizionale
Via Montegrappa 68 - Veglie (LE) - tel. 320 1992518 - 328 1359135 

Cortesia,eleganza, ottima qualità del cibo. Il pesce è squisito e fresco. Sono questi i principali elementi che contraddistinguono questo ristorante. Ogni piatto ben presentato, perfettamente curato, un piacere per occhi e palato, fino al dolce. Grazie anche per la splendida accoglienza e l' ottimo servizio. Gentili, veloci e impeccabili. 
 

 

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