Molise

Regione Molise

Il Molise è un territorio immerso nel verde, fra tesori d’arte e superbi monumenti dell’antichità più remota. Le bellezze naturali dominano il paesaggio, in un ecosistema fatto ancora di boschi, montagne, torrenti, dove non è difficile incontrare lupi, cinghiali, lepri e gufi, che vivono indisturbati allo stato selvatico.

I due maggiori centri urbani sono Campobasso e Isernia. Il capoluogo è immerso nella campagna, al centro della fertile regione tra il corso del Biferno e i monti del Sannio. È una terra antica, che reca tracce di insediamenti preistorici, terra di passaggio, attraversata da pecore e pastori che percorrevano i tratturi fermandosi negli stazzi, si rifocillavano nelle taverne, pregavano nelle minuscole chiese, vendevano i loro prodotti nelle fiere locali. Terra che riscopre oggi il suo paesaggio incontaminato, aria ed acqua pura, prodotti genuini e silenzio. La città vecchia, di aspetto medioevale, con le strette stradine e scalinate, sorge alle pendici del colle, dominata dal Castello Monforte.

L’Alto Molise della provincia di Isernia è invece un territorio immerso nel verde, fra tesori d’arte e superbi monumenti dell’antichità più remota. Ambiente non molto diverso, probabilmente, da quello che dovettero avere dinanzi agli occhi i primi italiani dell’età della pietra e successivamente il fiero popolo dei Sanniti.

Ad Isernia, infatti, è stato allestito il Museo Paleolitico, che espone i ritrovamenti effettuati in uno dei più antichi siti preistorici d’Europa: nella “Valletta Quaternaria” è stato scoperto un accampamento paleolitico di circa 730.000 anni fa, frequentato dall’Homo Erectus. I ritrovamenti più interessanti riguardano resti di grossi mammiferi (bisonti, rinoceronti, orsi, elefanti, ippopotami), strumenti di pietra e tracce dell’uso del fuoco. In questo lembo di territorio viveva il più antico ominide intelligente d’Europa, che ci ha lasciato, tra l’altro, un’opera di difficile interpretazione: una pavimentazione formata da diversi crani di bisonte e da altre ossa di grandi mammiferi.
“Quando si voglia comprendere - scrisse il Maiuri - quella che fu la prima epopea delle stirpi italiche... bisogna salire su questa rocca solitaria dove gli Italici, squadrando i massi dell’Appennino, portarono la prima luce della civiltà mediterranea: i Sanniti, dunque, vivevano su questi monti”. In seguito questa divenne la terra dei Sanniti, fierissimo popolo che per cinquant’anni impedì a Roma la conquista del Mezzogiorno.
Spostandosi nel territorio, sparsi nelle campagne e nascosti nelle città più antiche, sono stati portati alla luce resti di edifici pubblici, sepolture e abitazioni private, dotati di un ricco patrimonio di sculture e oggetti ornamentali. La terra dei Sanniti fu infatti crocevia, nei secoli, di eserciti, crociati, pellegrini e pastori della transumanza.
Il ricco patrimonio storico e artistico del Molise trova continuità nella tradizione artigianale, che in questa terra dove l’agricoltura e la pastorizia sono storicamente le attività prevalenti, traduce in forme mirabili la cultura popolare.

Prodotti tipici

L’economia regionale, fondata sull’agricoltura e sulla pastorizia, si rispecchia ancora oggi nella gastronomia regionale, caratterizzata da un saldo attaccamento alla tradizione di condimenti semplici, preparazioni rustiche e prodotti genuini, quelli abitualmente usati da contadini e pastori.
Il piatto più semplice è costituito dall’”acquasale”, una mistura di pane intriso nell’acqua con sale, olio, peperoncino, origano e pomodoro, ma i primi piatti sono fondamentalmente caratterizzati dalla pasta, fatta a mano in numerose varianti utilizzando uova, olio, acqua e farina. Le specialità più diffuse sono i “crejuoli”, ossia i famosi maccheroni alla chitarra, i “ciufele”, che consistono in cubetti di pasta incavati con le dita, i “cavatelli”, conditi con le cime di rape e il soffritto di maiale, le “laganelle” con fagioli e le “taccozze” al pomodoro.
Le carni e i salumi sono i fiori all’occhiello della cucina molisana, che nelle zone collinari e montane esprime tutta la propria maestria in queste preparazioni. Qui, più che altrove, si conosce il modo giusto per cucinare le carni di agnello, di capretto e di pecora: a Venafro, ad esempio, si può gustare l’agnello alla monteforte, a Capracotta ed Agnone la “pezzata”, mentre molto ricercati sono i “torcinelli”, quasi sempre cotti all’aperto sui carboni e preparati avvolgendo nelle budelline di agnello pezzi di animelle e fegatino, fortemente aromatizzati.
L’aria delle montagne rende inimitabili anche i salumi, come salsicce e soppressate, esposte all’aria per un periodo di tempo e poi sottoposte alla “composta”: i salumi vengono deposti negli orci di terracotta colmi di olio d’oliva. Gli animali al pascolo offrono, inoltre, prodotti ancora più famosi: formaggi e latticini dai gusti forti e decisi, sempre presenti nella gastronomia regionale.
I dolci richiamano i gusti rustici e duri caratteristici della cucina molisana: si incontrano soprattutto paste soffritte e cosparse di miele oppure contenenti ricotta impastata, come i “casciatelli”.
I vini che innaffiano tali piatti, con il riconoscimento della DOC hanno fatto un vero salto di qualità ed oggi sono prodotti utilizzando prevalentemente uve Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano.

 

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