Vini della Lombardia

Terra di vocazione agricola

La Lombardia è terra di vini DOC importanti, da assaggiare in zone che hanno molto da offrire anche dal punto di vista turistico, magari per accompagnare sapori forti: quelli dei suoi formaggi, dei suoi salumi, di una produzione enogastronomica, insomma, che affonda nei secoli le sue radici.
Infatti, pur essendo la regione più industrializzata d’Italia, la Lombardia riveste un ruolo di primaria importanza nel panorama vitivinicolo nazionale, poiché possiede un territorio a spiccata vocazione e un ambiente ottimale per la coltivazione della vite. I filari d'uva erano un elemento tipico nelle colline lombarde dell’Oltrepò Pavese e nelle Prealpi già all’epoca di Virgilio, mentre la coltivazione della vite nel secolo XIX arrivò ad occupare anche molte zone di pianura. Con il passare del tempo, però, la viticoltura ha abbandonato le aree pianeggianti per attestarsi stabilmente nelle zone collinari, che hanno una specifica vocazione per questa coltura e vantano una tradizione di vini di qualità superiore. Le zone d'elezione della vite in Lombardia sono le colline moreniche che circondano i laghi di Garda e d'Iseo, le pendici delle prealpi bergamasche e bresciane, le colline dell'Oltrepò Pavese e Mantovano, quelle di San Colombano e il versante esposto a Mezzogiorno delle montagne della Valtellina.
In termini di superfici la vite in Lombardia si concentra nelle zone collinari, dove è dislocato oltre l’80% dei vigneti, mentre circa il 10% è situato in aree montuose e poco meno del 5% nella fertile Pianura Padana.
 
Le aree viticole lombarde

Franciacorta D.O.C.G.
L'eccellenza enologica lombarda ha sede nel distretto della Franciacorta, fazzoletto di terra di antica tradizione enologica situato a sud del Lago d’Iseo. Quest'area ha raggiunto in tempi relativamente recenti un’enorme fama a livello internazionale, grazie alla scoperta e alla rivalutazione del vino a fermentazione lunga in bottiglia, dai tratti unici e inconfondibili e insignito dalla D.O.C.G. nel 1995. La sua produzione rappresenta uno dei volumi più cospicui tra i vini italiani D.O.C.G. ed è oggi considerato dagli esperti uno dei migliori vini spumanti del mondo, al livello dello Champagne. Tale vino è stato il primo brut a ricevere il prestigioso riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita ed anche il primo a poter essere identificato con il solo nome del territorio: l’etichettatura prevede, infatti, che questo autorevole vino con le bollicine sia distinto dalla semplice dizione “Franciacorta”, escludendo ogni riferimento alle parole Spumante o Metodo Classico, poiché impliciti nell'origine geografica stessa del prodotto e nel codificato metodo di produzione.
Il Franciacorta, prodotto con uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, si ottiene dalla maturazione ed elaborazione del vino per almeno 25 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 18 mesi sono di lenta rifermentazione in bottiglia a contatto i lieviti. Le peculiarità sensoriali che identificano il Franciacorta sono il perlage finissimo e persistente, quasi cremoso, un colore paglierino con riflessi verdognoli; il profumo di lievito è sfumato ma deciso ed è accompagnato da delicate note di frutta secca e spezie; infine in bocca lascia una piacevole sapidità e un'armoniosa freschezza. Eccellente vino, offerto in diverse tipologie (millesimato, satèn, e rosé), il Franciacorta va servito togliendo la bottiglia dalla cantina mezz’ora prima del consumo, immergendola in un secchiello pieno d’acqua e ghiaccio, in modo da mantenere il vino a una temperatura ideale (8-10°C) mentre lo si degusta. Le diverse tipologie di  Franciacorta sono adatte ad accompagnare ottimamente tutto il pasto, ad esclusione di torte, biscotti e pasticcini. Queste portate devono infatti essere abbinate esclusivamente a vini dolci, come l'ottimo Franciacorta Demisec.

Terre di Franciacorta D.O.C.
La ricchezza enologica della Franciacorta si completa, inoltre, con i vini tranquilli bianco e rosso di questa denominazione. Il Bianco è prodotto da uvaggi in prevalenza di Chardonnay e Pinot Bianco, mentre il Rosso utilizza vitigni Cabernet, più quote minori di Nebbiolo, Barbera e Merlot. Quest’ultimo vino, dal colore rosso che con l'invecchiamento tende al granato e con caratteristici aromi fruttati e intensi, è ottimale se accostato a carni lesse, umidi e piccola cacciagione.

Un'altra realtà, orgoglio di tutta la Lombardia, è quella della Valtellina, terra in cui la viticoltura non può che essere definita "coraggiosa", viste le difficoltà che comporta il lavorare su terreni così scoscesi. L’area di produzione valtellinese è al secondo posto, in ordine di estensione, tra quelle lombarde, nonché la più settentrionale, in una zona di montagna che contribuisce a conferire ai vini qualità e caratteri davvero unici. La Valtellina gode di un favorevole orientamento che consente ai vigneti di avere un’elevatissima esposizione al sole, unitamente alla protezione dalle correnti fredde provenienti d’oltralpe, grazie all’effetto barriera delle alte cime valtellinesi.
Non è un caso che la seconda Denominazione di Origine Controllata e Garantita lombarda provenga proprio da questa valle. 

Valtellina Superiore D.O.C.G.
Si tratta  di un vino rosso prodotto in quattro diverse tipologie, provenienti da distinte sottozone geografiche: Grumello, Sassella, Inferno e Valgella. Per il Valtellina Superiore è obbligatorio un invecchiamento minimo di due anni, uno dei quali dentro botti di legno; questo vino, tuttavia, raggiunge l’età ottimale dopo almeno 3/5 anni di affinamento. Un prodotto di tale pregio richiede accostamenti particolari: carni rosse, selvaggina da pelo e formaggi stagionati della valle.

Sforzato di Valtellina o Sfursàt di Valtellina D.O.C.G.
Lo Sforzato di Valtellina (Sfursàt) deve il suo nome alla tradizionale pratica di appassimento dell’uva Nebbiolo, che ha in Valtellina origini antichissime. Nasce dalla zona di produzione dei Valtellina Docg, dalla selezione delle uve migliori. Lo Sforzato entra a far parte della categoria dei vini speciali ottenuti con sovrammaturazione delle uve, dove poco dipende dall’intervento tecnico e molto dalla zona di origine, dal favorevole andamento climatico e dalla qualità dell’uva. Diviene così espressione di un’unica uva, il Nebbiolo, e del territorio di questa affascinante valle alpina della Lombardia.
 Ideale abbinamento con lo Sforzato di Valtellina sono la carni rosse e i formaggi stagionati particolarmente ricchi e saporiti come il Bitto. Ma lo Sforzato è anche un vino da meditazione, da scaldare nella mano e centellinare lentamente a brevi sorsi.
Va servito in calici per vini rossi importanti a una temperatura di 18-20°C.

Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina D.O.C.
Il Valtellina Rosso Doc prende il nome dall’omonima valle in cui viene prodotto. I primi riferimenti alla presenza della vite in questa zona risalgono al 1400, quando si produceva un vino di pregio destinato alle grandi occasioni, denominato “Veltolinasco veglio”. Il vitigno preponderante è il Nebbiolo: dei 2.800 ettari di Nebbiolo della regione, però, quelli destinati alla produzione della Doc Valtellina Rosso sono solo 1.250.
Il processo produttivo del Valtellina Rosso Doc prevede che le uve vengano pigiate e poi solfitate con aggiunta di anidride solforosa, che ha funzione antisettica e antiossidante. Inizia poi la fase di fermentazione e macerazione, in cui il mosto rimane a contatto con la vinaccia, che cede parte delle sue sostanze (antociani e tannini, responsabili della colorazione del vino); al termine avviene la svinatura, che consente la separazione delle bucce e dei vinaccioli dal mosto-vino. Successivamente il vino viene sottoposto a travasi al fine di eliminare tutte le sostanze solide eventualmente precipitate; al termine della fase di invecchiamento e affinamento, che può anche essere molto prolungata, il vino viene stabilizzato e imbottigliato
La degustazione ottimale ne prevede l’abbinamento con preparazioni abbastanza strutturate, come primi piatti al ragù di carne saporito, pizzoccheri alla valtellinese, carni bianche in tegame e carni rosse alla griglia. Per degustare al meglio questi vini, si consiglia di servirli in calici per vini rossi di corpo, a una temperatura di 16–18°C. Il periodo ottimale di consumo va da 2 a 6 anni dopo la vendemmia

L’Oltrepò Pavese costituisce la zona lombarda di produzione D.O.C. più importante per estensione e per quantità di vino prodotto. La sua rilevanza si estende anche a livello nazionale, poiché rappresenta una delle più importanti aree italiane del settore, insieme delle zone del Chianti e dell'Asti. La coltura della vite ha trovato in questo territorio condizioni eccezionali e uniche, dovute alla particolare natura del terreno e all’aria, che trae beneficio dalle brezze marittime provenienti dal Mar Ligure. Il terreno delle colline pavesi è generoso, oltre che per la quantità, anche per la qualità delle produzioni, conosciute e rinomate nel mondo.

Oltrepò Pavese D.O.C.
Conta ben 18 tipologie di vino, equamente suddivise tra bianchi e rossi. E’ certamente l'Oltrepò Pavese Barbera a rivestire il ruolo predominante nell’enologia pavese, anche in considerazione della rilevante produzione annua. Rosso robusto dal profumo caratteristico, che può raggiungere vette d’altissima qualità, la Barbera viene ottenuta da vitigni di antica tradizione locale e, nonostante il suo carattere “aggressivo”, si presta ottimamente come vino da tutto pasto, specialmente con carni brasate o in umido.
Il vino rosso più tipico del territorio pavese è la Bonarda. Viene prodotta con uve ottenute dal vitigno croatina, autoctono dell’Oltrepò Pavese. Presente da parecchi secoli e descritta per la prima volta verso la metà del 1800, la Bonarda ha un colore tendente al rubino, un gusto leggermente amabile e sapido. Può essere bevuta tranquillamente dopo un anno per la tipologia frizzante mentre è consigliato un invecchiamento di due o tre anni per quella ferma. La Bonarda è un vino vivace che può essere bevuto a tutto pasto, ma si accompagna in maniera particolare ai salumi, ai primi piatti a base di carne e ai brasati. Questa zona offre poi l'Oltrepò Pavese Rosso, un vino che è saggio destinare a un invecchiamento dai due ai cinque anni, per migliorarne l’armonia, il profumo e il sapore, ottenendo un prodotto di qualità superiore. L’Oltrepò Pavese Rosso, che può fregiarsi della menzione Riserva se l’invecchiamento è di almeno 24 mesi, si adatta particolarmente a piatti rustici ed "impegnativi" come la cassoeula e ad arrosti, brasati, funghi e salumi. Abbiamo poi il suggestivo Buttafuoco, rosso robusto con vivace spuma, dal profumo intensamente vinoso, da consumarsi con piatti corposi come le lumache alla castellana, tipiche della zona di produzione. Completano il quadro dei rossi d’Oltrepò il Sangue di Giuda, il Cabernet Sauvignon e il Pinot Nero vinificato in rosso.
In una zona d’elezione per la coltura della vite come quella delle colline del Pavese, anche i vini bianchi raggiungono eccellenti livelli qualitativi: tra tutti segnaliamo il Riesling Italico e Renano, il Cortese, lo Chardonnay e il Pinot. Il Riesling Italico rappresenta uno dei più importanti vini bianchi della zona, classico nell’abbinamento con pesce e crostacei oppure con le rane fritte. Il Pinot Nero vinificato in bianco si presta invece per accompagnare pesce e uova, ma anche come aperitivo, mentre dalla vinificazione di uve Pinot Nero e Pinot Bianco si ottiene il Pinot Grigio, dal sapore fresco e gradevolmente fruttato, particolarmente adatto con il pesce. La principale tipologia a base di Pinot Nero è tuttavia rappresentata dallo Spumante, bianco o rosato, da aperitivo e da pasto, che richiede un periodo minimo di affinamento di 18 mesi, o di 24 nel caso dello Spumante metodo classico. La produzione di vini spumanti riguarda inoltre altri importanti vini, quali Chardonnay, Cortese, Sauvignon, Riesling Italico, Riesling Renano e Malvasia. Da uve Moscato si ottengono, invece, Oltrepò Pavese Moscato, Moscato Spumante e Moscato Passito, che vengono consumati soprattutto come vini “da meditazione”, da dessert e da fuori pasto.

Oltrepò Pavese Metodo ClassicoD.O.C.G.
Prodotto nella provincia di Pavia nelle tipologie pinot nero, pinot nero rosé e rosé.

Ritornando in un ambito geografico prossimo alla Franciacorta, quello delle Colline Bresciane, si individuano tre zone D.O.C. di modeste dimensioni, ma di grande fascino e tradizione.

Botticino D.O.C.

E’ un vino rosso, tranquillo e da pasto. È prodotto con uve Barbera e Schiava Gentile e ha un sapore caldo, pieno e leggermente tannico, che trova l’abbinamento ideale con gli arrosti, soprattutto di agnello e di capretto, e con formaggi semigrassi e poco stagionati.

Cellatica D.O.C.
Prodotto in due tipologie, Rosso e Superiore, è un vino di colore rubino che si sposa ottimamente con minestre asciutte condite con sughi a base di carne, con piatti di bollito, pollame nobile, stracotti, vitello tonnato e formaggi piccanti.

Capriano del Colle D.O.C.
Può essere rosso asciutto ed intenso, dal profumo caratteristico e dal gusto secco ed armonico, ideale con i piatti della cucina bresciana a base di carni rosse e salumi cotti e crudi; oppure bianco e frizzante dai sentori aromatici delicati e dal gusto secco e ben strutturato, adatto ad antipasti e piatti di pesce.

Procedendo dalle colline bresciane verso ovest, si giunge sulla sponda lombarda del lago di Garda, che rientra fra le più favorevoli per i vigneti, grazie alle condizioni climatiche propizie determinate dalla grande massa d’acqua del più esteso lago italiano. Il lago consente, infatti, il permanere di un clima dolce e mite anche nei mesi invernali, stemperandone i rigori e mitigando la calura dei mesi estivi.

Garda Classico o Garda D.O.C.
E’ la zona di produzione dominante nella quale rientrano diversi vini monovarietali bianchi come il Garganega, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Tocai, lo Chardonnay e il Riesling, e altri monovarietali rossi tra cui il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Pinot Noir, il Merlot e il Marzemino. Un’importante sottozona è rappresentata dal Garda Classico, prodotto nelle tipologie Bianco, Chiaretto e Rosso. Tra questi si distingue il Chiaretto, per il superbo abbinamento a minestre, pesce di lago e arrosti di carni bianche.

Garda Bresciano D.O.C.

Tra i vini che si fregiano di questa denominazione, sostanzialmente sovrapponibile alla zona del Garda D.O.C., segnaliamo il vino Groppello, prodotto solo con uve della varietà omonima, caratterizzato da un gusto vellutato e da un'aroma fruttato, che lo rendono adatto ad accompagnare piatti di carne e formaggi di media stagionatura.

Spostandosi di poco più a sud, si incontra una piccola area del Garda meridionale, a cavallo delle province di Brescia e Mantova, dove troviamo a stretto contatto ben tre denominazioni.

Lugana D.O.C.
L'area di produzione è una graziosa zona collinare da cui si ricava un vino pregiato e delicatissimo, fra i migliori bianchi dell’Italia settentrionale. Dal sapore fresco, morbido e armonico, questo vino è ricavato da uve Trebbiano di Soave e si accompagna bene ad antipasti di magro e piatti di pesce, specie se di lago; è ottimo inoltre con l’anguilla, il risotto alla milanese e il riso coi tartufi.

San Martino della Battaglia D.O.C.
Restando sempre nella provincia bresciana, troviamo questo piccolo comprensorio dove si produce l’ottimo Tocai, base principale del San Martino della Battaglia bianco, prodotto anche nella tipologia liquoroso. Questo vino, nella proposta da pasto, ha un aroma gradevole e un gusto secco, che lo rendono idoneo ad accostare piatti a base di carni bianche e di pesci di lago.

Garda Colli Mantovani D.O.C.
 La terza denominazione è quella del che comprende ben dieci tipologie di vini, prevalentemente bianchi, ottimi con i piatti della cucina locale e con il pesce di lago. Da segnalare anche il rosato, prodotto con uve Merlot, Rondinella e Molinara: è un vino secco, dal profumo gradevole che va bevuto giovane accompagnato a salumi, primi piatti leggeri e pesci d'acqua dolce.

Un’altra zona collinare e lacustre simile a quella appena descritta e che offre condizioni ideali per i vigneti è rappresentata dai Colli Bergamaschi.

Moscato di Scanzo o Scanzo D.O.C.G.
Vino passsito prodotto nel Comune di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo.

Valcalepio D.O.C.
L'area si identifica dal punto di vista viticolo (compreso la recente sottodenominazione Scanzo D.O.C.), nella zona dove si ha una perfetta sintesi tra la vecchia viticoltura, basata sui vitigni autoctoni (Moscato di Scanzo, Merera e Incrocio Terzi n.1) ed i vitigni giunti da altre aree vinicole (Merlot, Pinot Bianco e Grigio e Chardonnay). Il Valcalepio Rosso è prodotto con uve Merlot e Cabernet Sauvignon e possiede un colore rubino, un profumo intenso e caratteristico e un gusto asciutto e deciso. Il Valcalepio Bianco, di uvaggio misto (Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio), alla degustazione si distingue per il bouquet fruttato e il sapore morbido armonico. Il Valcalepio Moscato Passito rappresenta un vino unico nel panorama enologico italiano: di colore rosso rubino, con aroma intenso e caratteristico, sapore dolce e vellutato.

San Colombano al Lambro D.O.C.
Si produce in una enclave collinare del milanese che si erge inaspettata nella pianura lodigiana. La zona presenta una secolare tradizione viticola. Infatti le disposizioni di tutela di questo vino si possono considerare già contenute nello Statuto San Colombanese, promulgato nel 1374 da Bianca di Savoia, moglie di Galeazzo Visconti, che può considerarsi a tutti gli effetti una sorta di disciplinare ante litteram. Il vino di San Colombano è di color rosso rubino, gusto asciutto e profumo intenso, ideale per accompagnare primi e secondi piatti sostanziosi, salumi e formaggi stagionati.

Lambrusco Mantovano D.O.C.
Spostandoci nell'estrema area sudorientale della Lombardia, in particolare nella zona di Viadana e dell'Oltrepò Mantovano, si trova questo vino brioso, frizzante, a tutto pasto. Prodotto principalmente nella tipologia di colore rosso, ma presente anche nella versione rosata, il Lambrusco Mantovano prevede due sottozone: il Viadanese e l'Oltre Po Mantovano. Questo vino è caratterizzato da profumi fragranti e aromatici, da un gusto sapido, secco o amabile. È un vino che va bevuto giovane (entro un anno dalla sua produzione) e da accostare a preparazioni tipiche della zona quali i salumi mantovani e i tortelli di zucca.



 

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