Sacro Monte

Il Sacro Monte di Varese

Quella del sacro Monte di Varese è una storia che si dipana indietro nel tempo come un filo che sfugge da un gomitolo, e scorre attraverso gli avvenimenti che ha attraversato, le persone che hanno calpestato questo terreno, e i loro pensieri sembrano ancora ondeggiare qui, nell’aria leggera, come un profumo che svanisce.
Fu Sant’Antonio a posare la prima importante altare sulla vetta del monte, per ricordare la vittoria conseguita sugli Ariani, mentre un altro santo, fondamentale per la tradizione lombarda, S.Ambrogio, donò il simulacro di legno della Madonna Nera, che la leggenda attribuisce a San Luca, patrono degli artisti ed artista egli stesso.
Facile comprendere quello che si trova ad essere un vero e proprio concentrato di eventi che affondano le loro radici in un tempo lontano.
Passano gli anni, l’acqua che cade dal cielo liscia i ciottoli e accarezza le montagne, e le strutture fortificate che si stringono attorno alla Chiesa si affermano sempre di più con la valenza religiosa del luogo, che divenne un centro spirituale di basilare importanza, tanto che col tempo numerosi anacoreti si stabilirono qui per meditare e condurre una vita di preghiera., tra cui anche la beata Caterina Meriggia di Pallanza, prima abbadessa del monastero, seguita da compagne come la beata Giuliana Puricelli da Verghera.
Un sacro monte è simbiosi perfetta di natura, religione, arte, in una spiritualità che fu quella francescana e borromaica che aveva come intento quello di farsi capire, di rendersi accessibile attraverso il sentimento. Per questo i Sacri Monti ebbero tanto successo, e i più noti artisti vi lasciarono le loro opere.

Personaggi chiave per la Lombardia di quei tempi, provennero indubbiamente dalla nota famiglia Borromeo. San Carlo, a cui ad Arona sul lago Maggiore è dedicata una splendida statua di enormi proporzioni, fu un uomo acuto, intelligente ed illuminato, che seppe imprimere una spiritualità intensa che non si sarebbe dileguata dopo la sua morte. Con lui, sempre così pronto ad inaugurare nuove iniziative che fossero in grado di portare nuova linfa alla fede, il Sacro Monte di Varese acquistò importanza, fu quasi un vero e proprio baluardo di difesa contro le eresie

Morto san Carlo, fu il Cardinale Federico Borromeo a succedergli. Con lui il Sacro Monte si arricchì di splendide cappelle, incominciando ad assumere sempre più l’aspetto con il quale è a noi oggi noto.
Un Sacro monte è per definizione un percorso, e sicuramente gli artisti che vi operarono, lo avvertirono con una sensibilità che ancora oggi emerge dalle loro pregevoli opere.
Tra di essi dispiegarono il loro talento il Bussola, scultore molto efficace che realizzò nella cappella della Crocifissione ben 42 statue molto suggestive.
Nuvolone fu un pittore molto importante che affrescò la cappella della Disputa coi dottori, che presenta l’immagine di una ideale Gerusalemme città celeste., mentre il cosiddetto Morazzone, dietro al cui nome si cela la complessa ed intensa personalità di Pier Francesco Mazzuchelli, dipinse ad affresco la commuovente cappella della Flagellazione di Cristo.

Il sacro Monte, che nella sua completezza si compone di ventuno tappe, dalla Chiesa dell’Immacolata Concezione che apre il viale delle cappelle, al Santuario di Santa Maria del Monte. Ma non bisogna dimenticare tappe quali la Fontana del Mosè o l’Arco dei Misteri Gloriosi e la statua in bronzo che raffigura Paolo Sesto, e anche se nel suo complesso il Sacro Monte fu a più riprese restaurato, venne sostanzialmente mantenuta l’impostazione originaria, eventualmente arricchendolo di nuovi e significativi edifici come la Chiesa che racchiude il prezioso altare Maggiore con la teca che custodisce la Statua della Vergine, si potrebbe quasi dire un vero e proprio scrigno nello scrigno.

 

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