Itinerari di fede

Vie della fede nel bergamasco

La luce del mattino incornicia la delicata bellezza della città di Bergamo, che nella sua parete alte si straglia nella nebbiolina sottile di una qualsiasi alba lombarda. Ci piace pensare che così l’abbiano vista i pellegrini che tanto tempo fa giungevano con le loro bisacce e le loro scarpe logore per il tanto camminare, i quali vedevano la città ergersi su tutta la pianura come una piccola regina, un delicato cammeo di bellezze.
Bergamo era un nodo fondamentale per i pellegrinaggi, perché attraversata dalla “Via Palmaria o Burdigalense”.
Non bisogna mai dimenticare la forte spinta al sentimento religioso che portò in tempi più recenti, 1958, Giovanni XXIII, detto affettuosamente il “Papa Buono”, che ha condotto innumerevoli pellegrini a cercare le origini di questo uomo eccezionale a Sotto il Monte.

Il santuario della beata vergine addolorata
Era il 1597 quando un pittore, Gian Giacomo Anselmi, dipinse la Vergine che teneva Gesù morto sulle ginocchia, in un tema che viene generalmente chiamato Pietà, di provenienza nordica, giunto in Italia attraverso numerose stampe d’epoca,
Lo dipinse sulla parete di una casa, all’aperto, vicino ad un ponte sotto il quale l’acqua scorreva gorgogliando.
Le intemperie, come di solito accade, danneggiarono l’opera, ma col tempo nessuno pensò di provvedere ad un restauro, fino q a quando, nel 1602il 18 Agosto, si verificò un evento davvero eccezionale.
Sopra il dipinto apparve una stella luminosissima, che con la sua luce reintegrò le parti danneggiate di quella dolcissima “pietà”
I cittadini, meravigliati e riconoscenti, decisero immediatamente di edificare un luogo che ricordasse nella fede quell’evento, e nella loro profonda devozione celebrarono Messe e cerimonie, mentre nel luogo continuavano a susseguirsi guarigioni miracolose ed inspiegabili fenomeni.
Certo non si può dire che dal 1603, anno in cui venne posata la prima pietra della Chiesa, la devozione nel luogo si sia affievolita.
Gli uomini hanno cercato di provvedere apportando aggiunte interessanti ed ampliamenti, a mantenere un luogo che resta un luogo di misteri e di fede.

Santa Maria Maggiore a Bergamo, il Manto di Maria
Santa Maria Maggiore è spesso denominata “Manto di Maria” proprio perché è uno dei principali luoghi di culto nella bergamasca.
La basilica si presentava nell’assetto originario in stile romanico, ma numerosi mutamenti nel corso dei secoli l’hanno a noi consegnata nella sua forma odierna.
All’interno bellissime tarsie lignee realizzate su disegno di Lorenzo Lotto rendono l’ambiente suggestivo, una vera e propria “summa” del sapere teologico, che tratta numerosissimi temi. L’esterno prelude sicuramente allo stile barocco.

Santuario della Madonna della Basella di Urgnano
Nel 1366, il giorno 8 Aprile, una contadina che percorreva la via che la portava ai campi, vide la Vergine.
Il santuario ha preso forma nel 1400 in seguito a questo evento, e presenta annessa un’imponente torre campanaria.
Legata al Santuario anche la figura di Colleoni, condottiero che fu sempre molto legato al luogo, e che sovente vi si recava in pellegrinaggio,

Santuario della Madonna della Cornamusa a Cepino in Valle Imagna

Sicuramente la forte e suggestiva spiritualità che questo luogo emana è qualcosa che difficilmente si può non avvertire.
Il Santuario è collocato in una posizione davvero particolare, ovvero all’interno di una caverna, difficile da raggiungere e per questo chiuso nella stagione invernale, resta aperto la festa del Lunedì dell’Angelo ogni anno.
Il miracolo che ha dato luogo alla devozione in questo luogo è stato fatto risalire addirittura al lontano 1400, quando una anziana signora avrebbe portato nella grotta una statua della Vergine in legno. Anni dopo una pastorella che era sordomuta, trovandosi dinnanzi alla statua, incominciò a parlare e a sentire. La devozione mariana in queste valli si ampliò col diffondersi del racconto di quello che era capitato alla giovane, e il Santuario fu edificato attraverso varie fasi.

Santa Maria del Fonte, Caravaggio

Quella del santuario di Caravaggio è la storia di una devozione antica.
Giannetta Vacchi era una giovane donne che aveva per marito un uomo molto violento che spesso la picchiava.  Quando un giorno la donna si era recata al prato Mazzolengo le era apparsa la Vergine, la quale l’aveva confortata, e le aveva affidato il messaggio di dire ai compaesani di pentirsi e di costruire in quel luogo una chiesa.
Il santuario nella sua veste attuale risale alla fine del Cinquecento, e un intervento fondamentale è stato quello dell’illuminato S. Carlo Borromeo., che incaricò il Pellegrini, architetto il cui vero nome era Pellegrino Tibaldi, dell’opera, che tuttavia subì numerosi mutamenti.
Interessante notare nel Sacro Fonte oggetti legati al miracoloso, quali una mannaia che non riuscì a funzionare nel momento in cui si sarebbe dovuto decapitare un uomo innocente.
Inoltre il Sacro Speco ricorda l’evento dell’apparizione alla donna, ed è collocato proprio in quel luogo.

Il Santuario della Madonna delle lacrime a Treviglio
Il santuario venne edificato nel 1619 per ricordare il miracolo che si era verificato nel 1522, il 28 Febbraio.
Si racconta che le truppe francesi comandate del generale Lautrec quel giorno avrebbero dovuto attaccare la città, ma, in mezzo alle concitate discussioni che sempre precedono momenti di tensione come quello che il generale si stava preparando ad affrontare, qualcosa accadde.
E fu qualcosa di sorprendente, che colpì a tal punto quegli uomini che essi si resero conto che non avrebbero potuto muovere un passo di più, e che non avrebbero sferrato nessun attacco.. Non erano state truppe o armi a fermarli. Non erano stati né cannoni né moschetti.
Era stata l’immagine della Madonna posta sul muro del convento delle suore agostiniane che improvvisamente aveva iniziato a piangere e a sudare.
Anche il generale si recò nel logo per capire che cosa stesse accadendo, per trovare conferma alle parole dei suoi uomini. Ma anche lui dovette arrendersi di fronte a quello che i suoi occhi vedevano. Lautrec lasciò lì il suo elmo e la sua spada, che ancora oggi sono conservati nel Santuario insieme alla miracolosa immagine che è oggi sita sull’altare maggiore.

 

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