Museo del castello

Museo del castello Sforzesco

La cornice che racchiude questa splendida ed affascinante raccolta non potrebbe essere più adatta, più coinvolgente.
La sede della Pinacoteca del Castello Sforzesco è sita al piano superiore del Museo del castello, collocata sui due lati che si affacciano sull’intrigante corte ducale.
Il nucleo più notevole di opere si trova tra la XX e la XXVI sala, ma non bisogna dimenticare che proprio una delle particolarità del museo di annoverare anche numerosi affreschi, e che durante il percorso è possibile ammirare anche spazi dedicati alle arti aplicate.
L’attuale disposizione risale al 1980 e racchiude numerose opere dall’importanza fondamentale.

Inutile negarlo. Si sa benissimo, che, tra leggenda e realtà, tra i mattoni spessi di ogni castello si racconta siano avvenuti ogni sorta di intrighi, si siano celate nel silenzio delle notti d’autunno, quando le foglie fanno un tappeto soffice sotto i piedi, passioni travolgenti.
E il castello Sforzesco, prima appartenuto ai Visconti e successivamente agli Sforza, non fa certo eccezione, con i suoi numerosi luoghi segreti e le sue sale, ile sue trappolo e in cui si narra persero la vita più di un traditore.
Sembra quasi, è curioso, che in questi luoghi dove le passioni più intense hanno permeato col loro fascino ogni cosa, esse non si assopiscano mai, come se dovessero continuare all’infinito.
Non bisogna infatti dimenticare che anche quella della collezione del Castello è infatti la storia di una passione, anche se i protagonisti sono magari diversi e meno consegnati al fascino della leggenda, ma non per questo meno affascinanti.
La passione che questa collezione ci consegna, è quella di un uomo che ha reso speciale la sua vita grazie all’amore che ha saputo provare per la conservazione del passato, per le parole non dette di artisti che avevano consegnato alle opere un messaggio muto ma con una grande forza di espressione.
Antonio Guasconi era un ufficiale di stato che durante tutto il dipanarsi della sua intensa vita, raccolse con cura molti oggetti ed opere, che successivamente volle donare al Comune, nel desiderio di condividere con altri gli oggetti che avevano catturato il suo sguardo e che avevano destato in lui quella meraviglia che solo chi avverte può spiegare a parole.

Il suo sogno prese contorni distinti nel 1887 col nome di Museo artistico municipale, e nel 1900 la raccolta crebbe notevolmente grazie alle numerosi donazioni di altri appassionati e collezionisti che di quell’uomo seguirono l’esempio.
Tra questi il conte Attendolo Bolognini, Giuseppe Soriani, celebre e Camillo Tanzi.
Ma come sempre capita in un museo, alle donazioni si sono aggiunti importanti ed oculati acquisti., tra cui la notissima raccolta Trivulzio, che ha avuto il merito immenso di portare tra le mura antiche del castello, tra cui opere importantissime di autori come Mantegna, (di cui a Brera si conserva il suggestivo Cristo morto), il luminoso Bellini, Foppa, Tiziano, uomini che hanno dato vita con i loro pennelli a sogni che tutti potessero sognare, come a dire che, con quel linguaggio senza parole che è la pittura, che ,a volte, per sognare, basta tenere aperti gli occhi.

 

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