Barumini

Il Villaggio Nuragico di Barumini

Le alture della Marmilia, una lunga serie di colline tondeggianti totalmente spoglie di alberi, sono da secoli il centro della produzione cerealicola della Sardegna e di pascoli molto adatti al bestiame, così che il loro nome deriva proprio da “mammella”, termine che bene indica sia la fertilità del luogo sia la sua tendenza a fornire gli alimenti base per l’alimentazione, pane e latte.
Gli antichi popoli della Sardegna trovarono in questa fiorente regione una natura particolarmente adatta allo sviluppo della loro civiltà, come provano alcuni dei più importanti resti di insediamenti nuragici, fra cui la fortezza di Barumini.
Posto su una piccola altura a dominio dei campi, il villaggio di Su Nuraxi è l’espressione architettonica più significativa della civiltà megalitica protosarda, testimone dell’esistenza di una cultura millenaria collegata alle altre grandi civiltà megalitiche del Mediterraneo e per questo inserito fra i patrimoni UNESCO nel 1997.
Questo straordinario complesso, che occupa con le sue costruzioni un’area di oltre 1000 mq., fu a lungo abitato anche dopo l’età nuragica dai punici e dai romani; assediato ed espugnato dai Cartaginesi fu in parte distrutto intorno al 500-400 a.C., ma il villaggio continuò ad essere vivo fino al III sec. d.C. circa.
Gli scavi, iniziati soltanto negli anni ’50, quando il villaggio di Barumini fu scoperto, ci hanno restituito i resti di ben 50 capanne concentrate intorno alla fortezza, la cui grande torre centrale è circondata da un bastione romboidale con quattro torrioni agli angoli, racchiudenti al loro interno un cortile con pozzo di grande effetto scenografico. Il mastio centrale fu innalzato forse già alla fine del secondo millennio a.C., mentre le quattro torri sono datate tra il XIII e il X sec. a.C. e le mura difensive fra il X e l’VIII sec. a.C., ma tutte le strutture vennero integrate nel corso dei secoli per ragioni militari, soprattutto all’epoca delle invasioni cartaginesi, e sociali, adeguandosi alle esigenze di una comunità in crescita e sempre più complessa.
Ciò che più sorprende durante un’approfondita visita a quest’imponente fortezza nuragica è l’avanzata organizzazione sociale dei suoi abitanti, di cui è possibile cogliere numerosi segni, specie nella distribuzione degli spazi sul territorio. Il villaggio è infatti costituito da edifici in pietra a pianta circolare, con tetto di rami e foglie, che si presume fossero residenza delle famiglie dei soldati: sono strutture particolarissime, quasi torri a due piani, realizzate con massi anche di notevoli dimensioni, disposti in filoni concentrici, sempre più stretti verso la sommità, e al loro interno sono stati rinvenuti interessantissimi suppellettili e utensili.
Molti sono tutt’oggi i misteri, anche per archeologi ed esperti, circa la civiltà nuragica, ma alcuni aspetti della storia e della struttura sociale dei suoi costruttori sono ora più chiari proprio grazie agli scavi di Barumini, che tanto hanno contribuito alla maggiore conoscenza di una cultura così lontana da quella greca classica, a noi molto più vicina e quindi anche più comprensibile.

 

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