I dintorni di Lodi

I dintorni di Lodi

Con il “Compartimento territoriale della Lombardia austriaca” del 26 settembre 1786 nasce la Provincia di Lodi. In epoca francese (1797-1814) il Lodigiano fu aggregato al Dipartimento dell’Alto Po. Trascorso il ciclone napoleonico e ritornato agli Austriaci, il territorio riprende la dignità e il rango provinciale. Quando i Piemontesi occupano la Lombardia e la annettono al Regno Sabaudo, il Lodigiano perde l’autonomia ed entra a far parte della Provincia di Milano.
Bisognerà attendere molto più di un secolo per ritrovare la dignità provinciale. Con il Decreto legislativo del 6 marzo 1992 il Presidente della Repubblica istituisce ufficialmente la Provincia lodigiana. Lodi e la nuova realtà amministrativa diventano un fatto compiuto.

Lodi
Collocata sul colle Eghezzone, lungo la riva destra del fiume Adda, Lodi lega le sue origini alla distruzione della romana Laus Pompeia. Venne fondata il 3 agosto 1158 da Federico I di Svevia detto il Barbarossa e si sviluppò grazie anche al nipote Federico II.
Inizialmente comune ghibellino, nel 1167 aderì alla Lega Lombarda e nel 1176 partecipò alla battaglia di Legnano.
Dal 1251 si susseguirono le signorie dei Vistarini, Torriani, Visconti, Fissiraga e Vignati (che unirono Lodi a Piacenza), finché nel XV secolo Lodi venne assorbita dal Ducato di Milano, risentendo delle guerre con la vicina Repubblica di Venezia.
Nelle età successive Lodi fu sotto il dominio spagnolo, austriaco e francese.

Casalpusterlengo
Disposta al di qua e al di là delle acque del Brembiolo, deve il suo nome ai Pusterla, nobili feudatari che nel sec. XIV furono investiti dai Duchi di Milano del feudo di Casale. Il centro storico conserva le caratteristiche varie dell’antico borgo e la torre merlata dei Pusterla (probabilmente del sec. XIV). Sulla piazza del Popolo si affaccia la chiesa dei SS. Bartolomeo e Martino (sec. XVII). Interessanti sono anche Palazzo Lampugnani e Palazzo Cesaris, oltre al Santuario della Madonna dei Cappuccini.

Codogno
Questo importante centro, alla confluenza dell’Adda nel Po, si sviluppò in epoca altomedievale. Dapprima fu feudo dei Vescovi di Lodi, poi passò ai Fagnani e ai Trivulzio. Nel 1453 Francesco Sforza gli diede la qualifica di “borgo”.
Codogno agì come centro d’attrazione per i paesi costituenti il piccolo stato feudale trivulziano data la sua importanza dal punto di vista agricolo e commerciale.
L’attività di allevamento e la produzione dei latticini danno vita dal 1791 alla celebre Fiera Autunnale.
Il Santuario della Madonna di Caravaggio in stile tardo barocco e il vecchio Ospedale dalle linee neoclassiche progettato dal Soave sono tra le testimonianze artistiche più interessanti del Basso Lodigiano.

Lodi Vecchio
E’ l’antica Laus Pompeia, l’oppidum fondato dai Celti nel sec. V a.C., divenuto municipium romano nel 222 a.C., cui venne concessa la cittadinanza latina nell’89 e quella romana nel 49.
Sono ancora visibili le tracce dell’antico Foro nell’attuale Piazza S. Maria Nuova.
Dalla fine del sec. III vi si diffuse il Cristianesimo: il primo vescovo fu San Bassiano (morto nel 409), festeggiato ogni anno il 19 gennaio come patrono di Lodi.
Dal sec. X i Vescovi furono feudatari della città e del contado. L’inimicizia fra Laus e Milano fu determinata dalla volontà milanese di controllare strade, fiumi e campi: questa sfociò in un primo tentativo di distruzione del centro lodigiano nel 111 e nell’annientamento definitivo subito tra il 23 e il 24 aprile 1158.

San Colombano al Lambro
Le colline coltivate a vigneto si estendono a semicerchio intorno a questo borgo che deve il suo nome al fatto che nel Medioevo fu proprietà dell’abbazia di Bobbio di cui San Colombano era abate.
Nel 1164 Federico I vi ricostruì il castello e lo circondò con un borgo fortificato, che si sviluppò sotto l’influenza della signoria viscontea.
Ancora oggi è possibile passeggiare all’ombra del Torrione del castello dove Giovanni Visconti nel XIV secolo ospitò Francesco Petrarca.
S.Colombano è rinomato anche per la produzione dei vini DOC e per le acque dall’interessante valore terapeutico che sgorgano nei dintorni (Fonti Gerette e Terme di Miradolo).

Sant’Angelo Lodigiano
Di origine altomedievale, S.Angelo Lodigiano deve il suo sviluppo al castello eretto nel XIII secolo, che Regina Scala, moglie di Barnabò Visconti, ampliò nel 1370.
A S.Angelo sono tuttora visitabili il Castello (che ospita il Museo storico artistico, il Museo del Pane e il Museo di Storia dell’Agricoltura) e la casa natale di S. Francesca Saverio Cabrini, missionaria e patrona degli emigranti.

Ville, palazzi e castelli
Ville e palazzi, dimore della nobiltà e dei grandi proprietari terrieri del Lodigiano, si affiancano ai castelli, sorti come strutture di difesa militare o come presidio del potere territoriale nei punti strategici.
Oggi molti sono proprietà privata o sede del municipio, alcuni sono disabitati, ma presenze che testimoniano il passato. Visitabile è il Castello di Sant’Angelo Lodigiano, risalente al XIII sec.
La sua storia è legata a quella delle famiglie cui appartenne: dai Visconti agli Attendolo Bolognini che ebbero il dominio su Sant’Angelo per oltre quattrocento anni.
Numerosi vani sono riservati a museo: il museo storico-artistico con documenti originali, libri antichi, opere d’arte, armi e arredi; il museo del pane e il museo lombardo di storia dell’agricoltura.
A Borghetto Lodigiano, nella piazza principale, si trova Palazzo Rho, elegante costruzione tardo gotica con decorazioni in terracotta.
Della seconda metà del ‘400 è il castello di Camairago, costruito dai Borromeo.
Sono inoltre da ricordare nel territorio il castello Pallavicini Serbelloni a Castiglione d’Adda risalente al periodo altomedievale; il castello di Fombio edificato nel XIV sec; la Rocca di Maccastorna, le cui origini risalgono al periodo longobardo, scenario di episodi sanguinosi nell’epoca delle Signorie; il castello Biandrà-Trecchi di Maleo; il castello medievale di San Colombano al Lambro e il castello Cavazzi di Somaglia. A Orio Litta si trova Villa Litta, la principale dimora settecentesca della Bassa lodigiana, e da citare sono Villa Pertusati a Comazzo, Villa Calderari a Turano Lodigiano, Palazzo Stanga a Castelnuovo Bocca d’Adda e Palazzo Trivulzio a Codogno.

La cucina lodigiana: origini e tradizioni
A differenza della maggior parte delle cucine regionali, quella lodigiana non trae origine dai piatti di corte e dalle tavole aristocratiche, ma piuttosto dalla sempolicità e genuinità della cucina contadina.
Le ricette per lo più tramandate oralmente di generazione in generazione, sono legate alla terra e ai suoi prodotti.
Il mais: oggi come allora la polenta costituisce uno dei piatti principali; la cucinavano dal lunedì al sabato in ogni modo, con i fichi, le pere cotte e l’olio di mais. Ancora ingrediente di piatti unici, ora si accompagna a carni e formaggi soprattutto nella stagione fredda.
Il latte: fiumi di latte uscivano ed escono dalle cascine, per diventare formaggio, nel segno della grande tradizione padana, ma anche burro, che era parte integrante del salario dei mungitori e dei bergamini.
Nella varietà dei formaggi lodigiani il posto d’onorre spetta senz’altro al mascarpone che in cucina viene utilizzato nelle minestre e nei secondi piatti, ma soprattutto nei dolci.
Altro ingrediente-principe per la preparazione di piatti prelibati, ottimo anche gustato da solo, è il formaggio Grana Padano in tutte le sue varianti, tra le quali si ricorda la “raspadura”, ricavata lamellando la superficie di una forma di grana giovane e servita come antipasto - si consiglia di gustarle con le mani.
Le carni: insaporite e cucinate utilizzando ancora una volta il latte e is uoi derivati, sono tutte presenti nei menu tipici lodigiani: il pollame, la faraona, il maiale e gli insaccati vengono preparati in molte varietà di modi.
Il pesce: nelle trattorie lungo l’Adda sostiene un ruolo primario, fritto, ma anche cucinato con altri ingredienti che ne impreziosiscono e ne esaltano il gusto. Anche le rane resistono in tavola: preparate in guazzetto, col sugo di pomodoro o fritte.
I dolci: molte pasticcerie di Lodi e del Lodigiano lavorano ancora artigianalmente, senza aver dimenticato i valori tradizionali. Così la Tortionata, o “Turta de Lod”, che trova una diversa qualificazione geografica nella “Turta de Casal” preparata a Casalpusterlengo, è della famiglia delle “sbrisolone”, quindi friabile. Anche nel momento del dessert il mascarpone diventa ingrediente fondamentale nella preparazione di creme da gustare da sole o accompagnate ad altri dolci.
I vigneti: nelle colline tra San Colombano e Graffignana si vinificano bianchi, rossi e rosati, detti di San Colombano, ma meglio conosciuti per le etichette dei produttori.

 

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